La popolazione toscana e le biblioteche comunali. Gli esiti di un'indagine su utenti, servizi, percezione dell'identità
Regione Toscana, Direzione Cultura e ricerca; giancarla.brusoni@regione.toscana.it
Regione Toscana, Direzione Organizzazione e sistemi informativi, Settore Sistema informativo di supporto alle decisioni; Ufficio regionale di statistica; claudia.dauru@regione.toscana.it
Regione Toscana, Direzione Organizzazione e sistemi informativi, Settore Sistema informativo di supporto alle decisioni; Ufficio regionale di statistica; lucia.delgrosso@regione.toscana.it
Regione Toscana, Direzione Cultura e ricerca; Settore patrimonio culturale, siti Unesco, arte contemporanea, memoria; francesca.navarria@regione.toscana.it
Per tutti i siti web l’ultima consultazione è stata effettuata il 19 maggio 2016.
Abstract
Con questo articolo si rendono noti i risultati di un’indagine sulla frequentazione o meno delle biblioteche pubbliche da parte dei cittadini toscani, promossa dalla Regione Toscana.
La biblioteca pubblica, nel contesto di un dibattito nazionale ed internazionale ampio e articolato, è un bene di tutti i cittadini che contribuisce anche a combattere la povertà intesa come privazione di opportunità e di libertà di scelta, chiusura di orizzonti, impossibilità di fissare e raggiungere traguardi; la biblioteca è un servizio ad alta vocazione sociale che nella grande crisi ha impattato positivamente nella vita delle persone. Lo testimonia la pluralità di servizi e attività che le biblioteche organizzano per il benessere della persona e della collettività.
Ciò nonostante, spesso l’opinione pubblica si chiede se ci sia un futuro per la biblioteca pubblica in uno scenario di crisi generale e di sviluppo sempre più veloce del digitale e della rete.
È dunque fondamentale disporre di adeguati strumenti conoscitivi che consentano di avere un quadro descrittivo aggiornato e completo del proprio sistema di biblioteche pubbliche. Da questo punto di vista ad integrazione del monitoraggio annuale sulle biblioteche pubbliche degli enti locali – realizzato dalla Regione Toscana a partire dal 1998 e che rappresenta sicuramente una buona pratica – si ritiene utile avvalersi anche di indagini qualitative, come quelle svolte nelle biblioteche sulla soddisfazione dell’utente e più raramente sulla comunità di riferimento, in quanto la sola rilevazione e analisi dei dati statistici non è più sufficiente a valutare i servizi e le attività di un nuovo modello di biblioteca che è sempre più “piazza del sapere” e luogo di incontro e di scambio di bisogni e esigenze informative e formative nuove e complesse grazie anche all’avvento del digitale.
L’indagine qui presentata si è posta l’obiettivo di stimare la quota di popolazione toscana in età 14-80 anni che frequenta le biblioteche comunali della regione, andando a conoscere le caratteristiche e le motivazioni di tale frequentazione, nonché di stimare la quota di popolazione che non frequenta le biblioteche indagandone le motivazioni e cercando di individuare quali servizi potrebbero loro interessare. Un approfondimento specifico ha poi riguardato l’immagine che la popolazione toscana associa al termine “biblioteca”.
English abstract
The study, supported by the Region of Tuscany, focuses on relationship between citizens and public libraries. Public library is a common that helps to tackle intellectual poverty, is a service that has had a positive impact in people’s lives throughout current recession: every day, libraries organise lots of services and activities for wellness of community. However, public opinion often reflects on usefulness of libraries in a context of general recession and digital develop. Therefore, we need a detailed and complete picture of our public library system, achievable only blending quantitative and qualitative methods in annual monitoring of activities and services.
Aim of this study is to estimate percentage of users and non-users (age range 14-80) of public libraries in Tuscany, investigating their characteristics and motivations, with a specific focus on their idea of “library”.
Presentazione dell’indagine
In Toscana sono presenti complessivamente circa 1.100 biblioteche, di queste quelle di ente locale aperte al pubblico sono 340, includendovi le sedi principali, secondarie o sezioni autonome, distribuite in 279 comuni.
L’indagine, promossa dalla Regione Toscana, di cui riportiamo in questo articolo i principali risultati, ha voluto indagare proprio le biblioteche pubbliche e in particolare la loro frequentazione da parte dei cittadini.
Sappiamo bene che la biblioteca pubblica, nel contesto di un dibattito nazionale e internazionale ampio e articolato, è un bene di tutti i cittadini che contribuisce anche a combattere la povertà intesa come privazione di opportunità e di libertà di scelta, chiusura di orizzonti, impossibilità di fissare e raggiungere traguardi; la biblioteca è un servizio ad alta vocazione sociale che nella grande crisi ha impattato positivamente nella vita delle persone. Lo testimonia la pluralità di servizi e attività che le biblioteche organizzano per il benessere della persona e della collettività.
Ciò nonostante, spesso l’opinione pubblica si chiede se ci sia un futuro della biblioteca pubblica in uno scenario di crisi generale e di sviluppo sempre più veloce del digitale e della rete. E proprio per non rischiare riflessioni astratte è essenziale «di tanto in tanto fare i conti con la realtà allo scopo di misurare la distanza esistente tra i possibili scenari futuri di sviluppo delle biblioteche pubbliche e le condizioni effettive in cui esse operano nella quotidianità». È dunque fondamentale disporre di adeguati strumenti conoscitivi che consentano di avere un quadro descrittivo aggiornato e completo del proprio sistema di biblioteche pubbliche. Da questo punto di vista il monitoraggio annuale sulle biblioteche pubbliche degli enti locali toscani – realizzato dalla Regione a partire dal 1998 – rappresenta sicuramente una buona pratica. L’attività di misurazione, monitoraggio e conseguente valutazione dei dati è uno strumento di indirizzo delle politiche regionali, in quanto utilizzata nella valutazione ex-ante, in itinere ed ex-post dei piani annuali e pluriennali regionali nel settore delle biblioteche, oltre ad essere uno strumento di management per i bibliotecari, ugualmente utilizzabile per analizzare gli obiettivi e impostare il servizio (ex-ante), per verificare i risultati parziali (in itinere) e per valutare le performance (ex-post). A integrazione delle indagini di tipo quantitativo che la Regione Toscana ormai effettua appunto dal 1998, è utile avvalersi anche di indagini qualitative, come quelle svolte nelle biblioteche sulla soddisfazione dell’utente e più raramente sulla comunità di riferimento, in quanto la sola rilevazione e analisi dei dati statistici non è più sufficiente a valutare i servizi e le attività di un nuovo modello di biblioteca che è sempre più “piazza del sapere” e luogo di incontro e di scambio di bisogni e esigenze informative e formative nuove e complesse grazie anche all’avvento del digitale.
Questi, brevemente sintetizzati, sono i motivi fondamentali per cui la Regione ha deciso di realizzare un’indagine sulla frequentazione delle biblioteche pubbliche toscane.
L’indagine si è posta l’obiettivo di stimare la quota di popolazione toscana in età 14-80 anni che frequenta le biblioteche comunali della regione, andando a conoscere le caratteristiche e le motivazioni di tale frequentazione, nonché di stimare la quota di popolazione che non frequenta tali biblioteche, indagandone le motivazioni e cercando di individuare quali servizi potrebbero loro interessare. Un approfondimento specifico ha poi riguardato l’immagine che la popolazione toscana associa al termine ”biblioteca”.
La metodologia usata è quella di una indagine campionaria di tipo telefonico rivolta alla popolazione toscana di 14-80 anni, con un questionario strutturato e definito dagli esperti degli uffici regionali, sottoposto poi a un pre-test per verificarne chiarezza e comprensibilità. La rilevazione telefonica è stata effettuata con metodologia CATI (Computer Assisted Telephone Interview) nel periodo compreso tra il 7 maggio e l’11 giugno 2015. È stato adottato un piano di campionamento stratificato per tipologia di comune (capoluogo e non) e per reti documentarie nelle quali è suddiviso il sistema di biblioteche e archivi della Regione Toscana. Il campione ha previsto la realizzazione di 4.200 interviste a buon fine.
Questa dimensione campionaria e l’aver tenuto sotto controllo, nel corso della rilevazione, la distribuzione dei rispondenti per sesso e classe di età a livello regionale, così da ridurre l’eventuale effetto di autoselezione dei rispondenti connesso a queste variabili, ha consentito di ottenere un buon livello di qualità delle stime.
I principali risultati dell’indagine
Il primo aspetto esaminato dall’indagine riguarda il livello generale di conoscenza, da parte della popolazione toscana in età tra i 14 e gli 80 anni, circa le diverse tipologie di biblioteca presenti nel territorio
regionale: le biblioteche comunali risultano le più conosciute (53,9%); seguono le biblioteche scolastiche (33,6%) e quindi quelle universitarie (23,9%). Le biblioteche nazionali risultano conosciute dal 17,2% della popolazione, mentre le ”altre biblioteche” solo dall’1,7% (Fig. 1).
A coloro che hanno dichiarato di conoscere le biblioteche comunali è stato chiesto di specificare quante volte vi si erano recati nell’ultimo anno: complessivamente il 55,3% dei rispondenti ha effettuato una o più visite nell’anno, mentre nel 44,2% dei casi non c’è stata alcuna visita e nello 0,5% dei casi non è stata fornita alcuna indicazione. Nel dettaglio il 19,3% vi si è recato 1-2 volte, il 13,5% 3-5 volte e il 22,5% più di 5 volte (Fig. 2).
Nelle analisi successive si è scelto di sintetizzare le due precedenti informazioni con l’individuazione del profilo del frequentatore e del non frequentatore della biblioteca comunale:
- è considerato “frequentatore” l’individuo residente/domiciliato in Toscana che conosce e si è recato in una o più biblioteche comunali della Toscana almeno una volta nell’ultimo anno;
- è considerato “non frequentatore” l’individuo residente/domiciliato in Toscana che non conosce le biblioteche comunali o che, pur conoscendole, non vi si è recato nell'ultimo anno.
Si è poi calcolato il tasso di frequentazione (e non frequentazione) delle biblioteche comunali come rapporto percentuale tra i frequentatori (o i non frequentatori) e la popolazione obiettivo dell’indagine (toscani residenti in età tra 14 e 80 anni).
È risultato dunque che in Toscana i frequentatori delle biblioteche comunali sono quasi il 30% (29,8%) della popolazione in età compresa tra 14 e 80 anni (tasso di frequentazione), mentre i non frequentatori sono quasi il 70% (69,9% che è il tasso di non frequentazione).
Il tasso di frequentazione delle biblioteche comunali è simile tra uomini e donne (30,3% per le donne e 29,3% per gli uomini), mentre si evidenzia una forte differenza in relazione all’età: tra i più giovani quasi il 50% frequenta (48,7% tra i 14-19enni e 49,5% tra i 20-29enni) con una percentuale che cala con l’aumentare dell’età fino ad arrivare a 18,6% tra le persone con oltre 65 anni (Tab. 1, p. 58). Analizzando congiuntamente sesso e fascia di età, si osserva che le donne frequentano di più in ogni classe di età, con la sola eccezione degli over 65 anni tra i quali l’utilizzo delle biblioteche comunali è maggiore per gli uomini rispetto alle donne (+7,5%).
Analizzando le principali caratteristiche sociodemografiche dei frequentatori emerge che essi sono (Tab. 2):
- giovanissimi, giovani e giovani adulti (il 55,9% dei frequentatori ha infatti meno di 46 anni contro il 37,4% dei non frequentatori);
- studenti (18,6% contro il 4,3% dei non frequentatori) e impiegati (26,9% contro il 20,7%);
- persone con titoli di studio elevati (il 79,7% ha il diploma di scuola superiore o laurea contro il 55,9% dei non frequentatori);
- appartenenti a tipologie familiari con figli e in particolare coppie con figli (62,3% contro il 48,3% dei non frequentatori).
I non frequentatori (quasi il 70% della popolazione in età compresa tra 14 e 80 anni) sono invece per la maggior parte (Tab. 2):
- adulti e anziani (gli oltre 45 anni sono pari al 62,6% mentre tra i frequentatori sono pari al 44,1%);
- operai (10,1% contro il 5,4% nei frequentatori), pensionati (31,0% contro il 18,2%) e casalinghe (12,7% contro il 6,6%);
- persone con bassi titoli di studio (sono il 42,7% i non frequentatori che hanno nessun titolo, licenza elementare e licenza media inferiore, mentre tra i frequentatori è pari al 19,5%).
Le opinioni dei frequentatori delle biblioteche comunali
Esaminando le opinioni di chi frequenta le biblioteche comunali in Toscana, in riferimento al numero di biblioteche comunali frequentate, all’eventuale iscrizione alle biblioteche, alle motivazioni della frequentazione e all’eventuale interesse per l’introduzione di altri servizi o il miglioramento di quelli esistenti, risulta che il 60,4% dei frequentatori ha frequentato una sola biblioteca comunale durante l’ultimo anno, mentre il 24,3% ne ha frequentate due e il 15,2% tre o più (Fig. 3); inoltre il 61,8% dei frequentatori è iscritto ad almeno una biblioteca comunale, mentre il 38,2% le frequenta senza essere iscritto.
Ai frequentatori è stato chiesto di indicare i motivi per cui si sono recati in biblioteca nell’ultimo anno, riferendosi all’utilizzo o meno di ciascuno dei 12 principali servizi offerti oggi dalle biblioteche comunali. Si osserva come circa un terzo dei frequentatori abbia indicato solo 1 o 2 motivi (33%), mentre ben due terzi ha segnalato una molteplicità di ragioni, delineando così una fruizione più articolata della biblioteca.
Dunque, anche se le biblioteche comunali sono frequentate in primo luogo per i servizi cosiddetti tradizionali – ovvero per il prestito di libri (75,3%) e per la consultazione e studio di testi e documenti della biblioteca (56,1%) – chi frequenta con assiduità, usa la biblioteca comunale in modo più ampio e diversificato, ossia anche come luogo di cultura, di studio, di incontro e socializzazione, di informazione e non ultimo come luogo di approccio al mondo digitale.
La biblioteca, infatti, risulta molto frequentata per partecipare a eventi, incontri e attività culturali (42,8%) e considerata luogo adatto per leggere i propri libri e documenti o utilizzare il proprio computer (41,8%).
Si delinea anche un uso della biblioteca nella sua funzione educativa e sociale: il 36,9% della popolazione che frequenta le biblioteche lo fa per accompagnare figli, nipoti o altre persone e il 36,6% per incontrare gli amici.
Un altro motivo che registra una percentuale rilevante (il 32,6%) si riferisce all’uso della biblioteca come strumento e canale di informazione, per leggere, sfogliare riviste e giornali.
Infine la possibilità di fruire di servizi e prodotti multimediali e digitali in biblioteca riguarda circa 1/5 dei frequentatori; si tratta in particolare della possibilità di utilizzare servizi Wi-Fi (22,9% dei frequentatori), di navigare in Internet tramite un PC della biblioteca (19,1%) e di prendere in prestito DVD, CD, e-reader/e-book (19%). È infine una percentuale bassa dei frequentatori che si reca in biblioteca per ascoltare musica (12,3%) o vedere film (11,5%).
Le donne frequentano le biblioteche più degli uomini per il prestito sia di libri (78,3% rispetto al 71,8% degli uomini) che di DVD-ROM, CD-ROM, e-reader/e-book (19,5% rispetto a 18,3%), ma anche per accompa- gnare in biblioteca figli, nipoti e altre persone (42,5% rispetto al 30,5%). Tra gli uomini si osservano invece percentuali più alte per tutte le altre motivazioni.
I giovani (14-19 anni e 20-29 anni) frequentano le biblioteche comunali in misura maggiore rispetto alla media per la consultazione, studio di testi e documenti della biblioteca, per la lettura dei propri libri e documenti o all’utilizzo del proprio computer, per incontrare amici e per usare Internet (sia come servizio di wi-fi gratuito che attraverso i PC della biblioteca).
Il prestito (di libri come di DVD-ROM, CD-ROM ed ereader) è un motivo di frequenza più diffuso tra le fasce di età centrali (30-65 anni), così come l’accompagnamento di altre persone, mentre la partecipazione a eventi, incontri e attività culturali è la motivazione più diffusa tra adulti ed anziani (Tab. 3).
Il 43,6% dei frequentatori non segnala servizi da introdurre o migliorare e il 5,4% ritiene che la gestione e l’organizzazione sia perfettamente aderente alle proprie aspettative.
Il miglioramento più suggerito dal resto degli intervistati (51% circa) è l’ampliamento degli orari di apertura (16,0% di tutte le risposte fornite), seguono le attività culturali (14,7%) e la dotazione di libri (13,5%). Da segnalare anche la richiesta di spazi maggiori per ragazzi e adolescenti (10,7%) (Fig. 4).
Le opinioni e motivazioni dei non frequentatori
Il motivo per il quale non si frequentano le biblioteche comunali è per lo più la mancanza di tempo (46,8%), risposta che denota la difficoltà a dedicare tempo alla lettura e all’uso della biblioteca, in ragione dei propri impegni di lavoro e familiari, ma che può essere anche un modo per evitare di esplicitare il proprio mancato interesse (Fig. 5). Altri motivi sono riconducibili a scelte alternative rispetto al prestito bibliotecario (23,6%): si preferisce acquistare libri o giornali (19,5%), farsi prestare libri da amici, utilizzare Internet o ricorrere a biblioteche non comunali. In terza posizione il disinteresse per la lettura che riguarda il 10,5% delle risposte. Le motivazioni riconducibili alla sede della biblioteca, nonché quelle legate ai servizi offerti, sono minoritarie (rispettivamente 5,8% e 4,7% delle risposte); tra queste gli orari scomodi, poco compatibili con gli impegni di lavoro e di vita, incidono solo per il 3%.
Dall’analisi per genere si deduce che le motivazioni principali, costituite dalla mancanza di tempo o dalle scelte alternative, riguardano indistintamente entrambi i sessi, a differenza del disinteresse per la lettura (“non mi piace leggere”) che appartiene soprattutto dagli uomini (12,6% contro 8,6% delle donne) e della difficoltà a raggiungere la biblioteca comunale, lamentata maggiormente dalle donne (la lontananza delle biblioteche comunali rispetto a casa o al luogo di lavoro registra per le donne un valore pari a 3,4% contro l’1,6% degli uomini) (Tab. 4). In tutte le fasce di età la mancanza di tempo è il motivo prevalente per la non frequentazione delle biblioteche comunali, con percentuali più elevate negli adulti; mentre il disinteresse per la lettura riguarda maggiormente i giovanissimi (13,9%) e gli over 65 (12,6%).
La scelta alternativa di lettura rispetto al prestito di libri in biblioteca è il motivo citato in misura superiore da coloro che hanno tra 20 e 29 anni (29,1%) e tra 46 e 65 anni (25,7%): i giovani frequentano altre biblioteche, utilizzano Internet e hanno libri a casa o li prendono da parenti e amici; mentre la fascia 46-65 anni preferisce acquistare direttamente libri e giornali. Inoltre le fasce di età centrali (20-45 anni), come motivazione di non frequenza, segnalano in misura maggiore rispetto alla media, gli orari di apertura delle biblioteche; mentre i giovanissimi e gli anziani ritengono difficilmente raggiungibili le sedi delle biblioteche. Infine i più giovani (dai 14 ai 29 anni) lamentano maggiormente che le biblioteche comunali siano poco fornite rispetto ad argomenti di loro interesse.
Frequentazione delle biblioteche comunali da parte dei bambini e ragazzi con meno di 14 anni
L’indagine ha cercato anche di conoscere le ragioni della frequentazione delle biblioteche comunali da parte dei bambini e ragazzi in età tra 0 e 13 anni, mediante apposite domande rivolte agli adulti.
In Toscana i bambini e ragazzi in questa fascia di età sono circa 451.000; dall’indagine emerge che circa il 43% di essi hanno frequentato la biblioteca comunale. La principale ragione della loro frequentazione è il prestito di libri (83,8%), segue lo “studio in biblioteca” espressione che riunisce in un’unica voce l’attività di consultazione di testi e documenti della biblioteca (45,6%) e la lettura e studio di propri libri o l’uso del proprio computer sempre nei locali della biblioteca (31,2%) (Fig. 6). I bambini e ragazzi frequentano però anche per partecipare ad eventi e incontri (40,7%) e per incontrare gli amici (40,6%). Tutti gli altri servizi offerti dalle biblioteche comunali trovano utenti tra i giovanissimi, con percentuali minori ma non trascurabili comprese tra l’8 e il 18%.
L’indagine ha stimato anche il numero di libri letti dai giovanissimi nell’ultimo anno, conteggiando anche quelli letti dagli adulti a bambini piccoli che ancora non sono in grado di leggere da soli. Il numero medio di libri letti dai bambini e ragazzi in età 0-13 anni è risultato pari a 10,9; si tratta di un numero superiore alla media rilevata nella popolazione da 14 a 80 anni (10,9 rispetto a 7,5). La media dei libri letti risulta anche in questi casi superiore tra i minori residenti in comuni capoluogo (14,2 contro 9,7 di coloro che vivono in comuni non capoluogo).
L’immagine della biblioteca
L’ultima parte dell’indagine è stata finalizzata a conoscere quale immagine e idea della biblioteca abbia la popolazione toscana. È stato dunque chiesto a tutti i rispondenti, a prescindere dalle tipologie di biblioteche conosciute e dall’eventuale frequentazione o meno delle biblioteche comunali, quali parole essi associano liberamente a “biblioteca”, senza avere un elenco di termini precodificato cui fare riferimento ma comunque nel limite massimo di 5 parole. Sono state rilevate 300 parole diverse: il 54,1% della popolazione in età 14-80 anni ha fornito un’unica parola, circa il 25% ne ha indicate 2 e solo il 6% ne ha proposte 4 o 5. Distinguendo tra frequentatori della biblioteca comunale e non frequentatori, i primi hanno indicato un maggior numero di termini, che riconducono ai diversi aspetti e servizi che le biblioteche offrono e di cui fruiscono in qualità di utenti (Fig. 7).
Quasi i tre quarti della popolazione toscana in età 1480 anni associa alla parola ”biblioteca” la parola libro/ libri (74,0%); seguono, con valori prossimi o superiori al 10%, cultura (15,8%), lettura (14,2%), studio (11,3%) e leggere (9,7%). Dunque un’immagine classica della biblioteca quella che emerge nell’immaginario collettivo, intesa come raccolta di libri, luogo di lettura e di studio. Altre parole citate – informazione, ricerca, sapere, consultazione, scuola – descrivono la biblioteca sempre nell’aspetto tradizionale ma in termini più dinamici, sottolineandone la finalità della formazione, dell’informazione e della ricerca.
Altri termini, come silenzio e tranquillità, confermano come l’ambiente biblioteca venga percepito come luogo adatto alla lettura e allo studio, delineando dunque sempre un’idea classica di biblioteca.
È possibile inoltre confrontare l’immagine di biblioteca che hanno i frequentatori della biblioteca comunale rispetto a quella dei non frequentatori: questi ultimi hanno un’immagine per lo più centrata sui termini libro-leggere-lettura, mentre i frequentatori, come già detto, colgono una molteplicità di sfumature, utilizzando – di più rispetto ai non frequentatori – termini come cultura, studio, silenzio e tranquillità, ma anche informazione, consultazione, prestito, concentrazione, incontri (Tab. 5).
La distribuzione per classe di età fa emergere infine che l’immagine di biblioteca come luogo di studio è logicamente molto più ricorrente nelle fasce di età più giovani, essendo gli studenti della scuola secondaria di secondo grado e dell’università un’utenza abituale delle biblioteche (Tab. 5).
Dall’analisi dei 300 termini si osserva che molti sono sinonimi o comunque esprimono lo stesso concetto; ad esempio le tre parole “libri”-“lettura”-“leggere” appartengono ad una stessa idea di biblioteca. E anche le 283 parole che hanno una frequenza inferiore all’1%, oltre alle 17 riportate nei grafici e tabelle precedenti, possono essere a loro volta associabili a una di queste 17 parole, come nel caso di “lettura”-“romanzo” oppure “racconti”-“leggere” che sono da assimilare all’immagine classica di biblioteca come luogo di conservazione di libri e di lettura. Per questa ragione le 300 parole sono state raggruppate in nove categorie semantiche omogenee (Prospetto 1, p. 64):
- Libri e lettura
- Informarsi e conoscere
- Immagini e servizi tradizionali
- Studiare e lavorare
- Media e supporti multimediali
- La sede biblioteca
- Socialità e servizi alla collettività
- Immagine e atmosfera positiva
- Immagine e atmosfera negativa
Circa il 63% della popolazione in età 14-80 anni ha indicato parole appartenenti ad un’unica area tematica mentre il 26% a due aree; dunque la popolazione toscana ha una visione abbastanza univoca del concetto “biblioteca” (Fig. 8).
Procedendo nell’analisi delle 9 aree tematiche si osserva che oltre l’80% della popolazione in età 14-80 anni ha indicato almeno una parola appartenente al gruppo “libri e lettura”; seguono “studiare e lavorare” con il 24% circa e “informarsi e conoscere” con il 20,8%; gli altri sei gruppi registrano percentuali molto più basse, con un 6,5% per la categoria “immagine e atmosfera positiva”.
Se si considera la frequentazione o meno della biblioteca, per i frequentatori i gruppi associati all’uso della biblioteca aumentano (“studiare e lavorare” 29,6%, “informarsi e conoscere” 86,7%, “socialità e servizi alla collettività” 8,5%) e soprattutto è più alto il dato relativo all’”immagine positiva”; al contrario, per i non frequentatori, sale il dato associato a “libri e lettura” (84%) mentre sono più bassi tutti gli altri, con la sola esclusione di “immagine e atmosfera negativa” (0,9%) (Tab. 6).
Infine, per quanto riguarda le fasce di età, si conferma che i giovani hanno un’immagine della biblioteca, oltre che come luogo di “libri e lettura”, anche come luogo per “studiare e lavorare” (36% per 14-19 anni e 41% per 20-29 anni) (Tab. 6).
Prospetto 1: Associazione fra le parole espresse dagli intervistati e i gruppi individuati.
Fonte: Regione Toscana, La popolazione toscana e le biblioteche comunali, 2015.
Nota: le parole sono riportate in base al numero di occorrenze registrate; a parità di numero si ricorre all’ordine alfabetico.
A - Libri e lettura |
libro-i, lettura, leggere, bibbia, romanzi, carta, letteratura, narrativa, autori, codice, divina commedia, enciclopedia, enciclopedie, libreria, libri rosa, manoscritti, manoscritto, Manzoni, pezzi classici, poesia, poesie di foscolo, quantità, racconti, racconti fantascienza, racconti vita, rarità, romanzo, scrittori, testo, vocabolari. |
B - Informarsi e conoscere |
cultura, informazione, giornali, conoscenza, curiosità, riviste, aggiornamento, approfondimento, intelligenza, interesse, opportunità, aggiornarsi, apprendimento, arricchimento culturale, attualità, comprensione, comunicazione, domande, gazzetta ufficiale, linguaggio, memoria, modigliani, notizie, opportunità, pensiero, quotidiani. |
C - Immagine e servizi tradizionali |
consultazione, prestito, documenti, raccolta, archivio, conservazione, prendere, archivi, biblioteca di Alessandria, collezione, collezioni, ordine, organizzazione, passato, portare, sfondi bibliografici, una biblioteca molto antica di Alessandria. |
D - Studiare e lavorare |
studio, silenzio, ricerca, sapere, scuola, università, istruzione, storia, imparare, lavoro, studenti, insegnamento, tesi, bibliografia, dispensa, dispense, dottore, filosofia, giurisprudenza, ha lavorato presso una biblioteca, impegno, leggi, liceo, medicina, pane, preparazione, probiotica, religione, saggezza, scienza, scoperta storica, scuole superiori, specializzazione, tavole, tesi di laurea, ufficio. |
E - Media e supporti multimediali |
internet, film, computer, dvd, documentari, emeroteca, video, audio, compact disc, contenuti multimediali, documentari storici, e-book, file multimediali, fumetti, informatica, multimedia, multimedialità, possibilità di stampare, riviste on line, scoperte nuove, stampe, stampe digitali, televisione, trasmissioni per ragazzi, video clip. |
F - La sede biblioteca |
luogo, scaffali, arte, ambiente aperto, architettura, bibliotecario, biblioteca di borgo, biblioteca nazionale centrale, biblioteca nella sua città, biblioteca privata, bicicletta, caffetteria, contenitore, conventi, custodia, lampada, luogo di raccolta, luogo di lavoro della moglie, luogo di svago della moglie, monumentali, nazionale, nazionali, punto, reparto bambini, sale, scala, scatola, schedari, sedersi, spazio, spazio bambini, teca dei libri, un ambiente racchiuso. |
G - Socialità e servizi alla collettività |
incontri, ragazzi, amici, gratuità, utilità, comodità, ritrovo, formazione, servizio, condivisione, confronto, eventi, gioventù, idee, risparmio, socializzazione, aggregazione, aiuto, bambini, bambino, centro di aggregazione, circolo, comodità di avere a disposizione libri, compagnia, comune, condivisione, esperienza, conferenze, corsi, corsi di formazione, corsi di lingue, dialogo, discussione, discutere, giovani, gruppo, hobby, idea, iniziativa, iniziative culturali, intrattenimento, intrattenimento teatrale, luogo di aggregazione, mostre, nipoti, parlare, presentazione, raduno, riunioni, saper parlare, scambio, scambio opinioni, servizi, servizio essenziale per la comunità, sociale, socialità, socializzare, tante persone che parlano, tolleranza, varietà di proposta. |
H - Immagine e atmosfera positiva |
tranquillità, concentrazione, accoglienza, divertimento, riflessione, svago, casa propria, pace, passione, piacere, relax, ricchezza, risorsa, tesoro, alla mia mansarda, amore, apertura mentale, aprirsi, attenzione, bella cosa, bellezza, bene comune, benessere, birbante, buona, casa, cosa buona, crescita, disponibilità, distacco dalla routine quotidiana, fantasia, felicità, futuro, goduria, granaio, grande calma, ignoranza, immaginare, ispirazione, libertà, luna - park, momento di relax, oasi, odore, piacere della lettura, profumo dei libri, qualcosa di raro, rilassamento, scelta, scoperta, serenità, sognare, sogno, solitudine, spazio libero, spensieratezza, stare per conto proprio, tempi del liceo, una cosa importante, viaggio, vita. |
K - Immagine e atmosfera negativa |
polvere, noia, dormire, orari stretti, rifiuto, sonno, tempo, tempo di andarci, un posto in cui non trova mai quello che cerca, vecchio. |
Conclusioni
Le biblioteche comunali, nel panorama di tutte le biblioteche presenti nella regione, mantengono il loro primato di radicamento territoriale: sono quelle più note alla maggioranza dei cittadini (il 53,9%), seguite dalle biblioteche scolastiche (33,6%), le biblioteche universitarie (23,9%) e poi quelle nazionali e statali (17,2%). Fra coloro che in biblioteca difficilmente vanno, l’esplicito disinteresse per la lettura emerge solo nel 10,5% del totale delle risposte. Nel 49% dei casi, infatti, la mancata frequentazione delle biblioteche comunali (46%) è legata alla mancanza di tempo. Seguono motivi legati a scelte alternative nella lettura rispetto al prestito tramite la biblioteca (23,6%).
L’indagine mette in luce una biblioteca che oggi, nell’immaginario collettivo toscano, non è solo legata al tradizionale servizio di prestito dei libri, ma si configura sempre più come uno spazio “multifunzionale”, sia culturale, sia anche di informazione, incontro e socializzazione e, non ultimo, come uno dei modi di avvicinare e vivere il mondo multimediale e digitale. Se la motivazione principale di chi frequenta la biblioteca resta il prestito dei libri (75,3%) e la possibilità di consultare e studiare testi o documenti (56,1%), sono significative le percentuali di coloro che fruiscono di altri servizi e attività, come la partecipazione a eventi, incontri e attività culturali (42,8%); o che usano lo spazio per leggere propri libri e documenti o utilizzare il proprio computer (41,8%), sfogliare riviste e giornali (32,6%). In biblioteca si va anche per accompagnare figli, nipoti o altre persone (36,9%) e per incontrare compagni di scuola e amici (36,6%). In misura minore, influisce la possibilità di servirsi del wi-fi (23%) o del collegamento a Internet tramite un PC della biblioteca (19%) e di prendere in prestito DVD-ROM, CD-ROM, e-book (19%). Il 50,9% dei frequentatori reputa necessario introdurre nuovi servizi o migliorare quelli esistenti. Tra i miglioramenti suggeriti si segnalano l’ampliamento degli orari di apertura, l’incremento delle attività culturali e della dotazione di libri, maggiori spazi per ragazzi e adolescenti.
Questo a conferma che le biblioteche comunali sono luogo di lettura e prestito ma anche spazio culturale e sociale multifunzionale, del quale viene riconosciuto il fondamentale ruolo di servizio pubblico con elevati livelli di utilità sociale.
Un commento
L’indagine promossa dalla Regione Toscana e l’articolo che qui ne descrive l’impianto e ne riepiloga gli esiti ci offrono parecchi spunti d’interesse.
Manifestano, intanto, un’attenzione non superficiale e senza preconcetti per le forme che la percezione, la frequentazione e l’immagine delle biblioteche pubbliche stanno assumendo nelle città e nei territori. Monitorare è infatti importante, soprattutto in una stagione che revoca in dubbio molte certezze sulle funzioni di soggetti, processi e mezzi di trasmissione delle conoscenze, che registra sostanziali cambiamenti nella fruizione e nel consumo socio-culturale, che espande gli ambienti e le tecnologie di produzione e condivisione delle conoscenze stesse e che, a un tempo, porta allo scoperto una crisi di legittimazione dei beni di merito in ambito culturale ed educativo. Da un’indagine a largo spettro come questa si ricava un insieme abbastanza consistente di dati, e ciò a sostegno sia degli indirizzi di politica bibliotecaria regionale sia della programmazione e gestione dei servizi bibliotecari nelle varie realtà comunali. La scelta della rilevazione telefonica, la numerosità del campione, l’impiego della metodologia CATI forniscono – ma sia detto con la dovuta cautela – sufficienti garanzie in termini di attendibilità e di possibile “estrazione di senso” dai dati raccolti e dai riscontri ottenuti. Un altro punto di forza sta nell’individuazione dei profili di “frequentatore” e “non frequentatore”. Motivazioni, opinioni e percezioni dell’uso e del non uso dei servizi bibliotecari, messe tra loro a confronto, consentono (ed è questa la lezione che giunge pure da altre esperienze in campo internazionale e nazionale) di non appiattire sulla sola fruizione tutte le implicazioni connesse al riconoscimento valoriale e sociale delle biblioteche pubbliche da parte dei cittadini e rendono disponibile un quadro ben più articolato e completo delle variabili in gioco.
Il terzo, ma non ultimo, interesse di lettura è sollecitato dalla parte finale dello studio, centrata sull’immagine della biblioteca che frequentatori e non frequentatori coltivano: incuriosisce l’impiego di una tecnica proiettiva, la libera associazione di parole, che, pur non nuovissima, ha conosciuto rare applicazioni nel settore e che ha il merito di coniugare semplicità e una certa, immediata efficacia. Ecco qualche piccola osservazione sui risultati pubblicati.
Questi segnalano una più che discreta visibilità delle biblioteche comunali in Toscana, un tasso di frequentazione superiore alla media nazionale, un’apprezzabile varietà di comportamenti d’uso (in buona misura tradizionali, ma che non escludono le risorse digitali o recuperabili in rete). Tutto ciò è prova di una vitalità su cui si può ancora contare, anche se il campione selezionato – come ammettono le autrici stesse dell’articolo – denuncia qualche difetto di rappresentatività statistica e anche se qualche indicatore rischia, per tale ragione, di essere sovrastimato.
Il livello di frequentazione giovanile e studentesca è a sua volta confortante. Il dato non sorprende, soprattutto se interpretato alla luce delle motivazioni, le quali privilegiano la lettura di studio, la preparazione degli esami, la redazione di tesi e il livello di frequentazione giovanile e studentesca è a sua volta confortante. Il dato non sorprende, soprattutto se interpretato alla luce delle motivazioni, le quali privilegiano la lettura di studio, la preparazione degli esami, la redazione di tesi e tesine ecc., mentre nelle altre fasce di età sembra imporsi un approccio alla biblioteca di natura prevalentemente culturale (lettura “letteraria”, partecipazione a eventi e così via) o dettato da esigenze familiari e di educazione dei bambini. Il rapporto fra giovani e biblioteche pubbliche prende questa fisionomia specie nei centri privi di sedi universitarie e biblioteche accademiche e/o con biblioteche scolastiche assenti oppure non attrezzate. Probabilmente, lo sfruttamento del wi-fi, la navigazione in Internet e la stessa scelta della biblioteca comunale come luogo d’incontro con gli amici sono ragioni di frequentazione in qualche modo correlate a quella principale.
Dalla presenza giovanile, lo sappiamo, molto dipendono l’oggi e il domani delle biblioteche pubbliche. Occorre riflettere, allora, sull’ipotesi di creare una più fitta serie di cerniere, organizzative e operative da un lato, di comunicazione e clima dall’altro. Biblioteche comunali, scolastiche e delle università, al di là delle appartenenze e delle missioni istituzionali, sono sollecitate da simili modalità d’uso a condividere maggiormente e a integrare politiche e servizi (di accesso ai dati, alle informazioni e alle conoscenze; di formazione) funzionali a obiettivi di apprendimento permanente, diffusione di competenza informativa, sviluppo di capacità critica. Nelle realtà locali, poi, andrebbero forse cercate con convinzione soluzioni di raccordo e sconfinamento tra più interessi, aree e pratiche (culturali, di studio, formative, sociali), perché possano meglio dispiegarsi le potenzialità dei servizi e possa consolidarsi il radicamento delle biblioteche pubbliche negli spazi di vita attuali e futuri dei giovani.
I differenti livelli di età e istruzione e la diversa condizione professionale di frequentatori e non frequentatori suggeriscono altre considerazioni, che investono, di contro, la modesta capacità delle biblioteche comunali di proporsi realmente quali luoghi di prossimità, inclusione e opportunità per i cittadini appartenenti alle fasce di popolazione più fragili. Rafforzare questo labile legame è un obiettivo di enorme difficoltà, che però non può essere trascurato e che reclama specifici sforzi di programmazione, iniziativa e ricerca di alleanze, da spendere negli spazi sociali, di lavoro e di comunità.
C’è ancora un dato su cui soffermarsi: il 46,8% dei non frequentatori motiva la propria lontananza mentale dalla biblioteca (forse anche dalla lettura) con la mancanza di tempo. Non credo sia una risposta “difensiva”, non del tutto, almeno. È vero, in generale, che le problematiche familiari, lavorative, di relazione e così via finiscono con l’assottigliare il tempo che gli adulti potrebbero o vorrebbero dedicare ad attività time-intensive come quelle d’abitudine associate alla frequentazione delle biblioteche. I modelli di organizzazione sociale del tempo individuale e collettivo tendono, del resto, e a dispetto delle retoriche valoriali, a relegare sullo sfondo la funzione e la rilevanza delle biblioteche, sterilizzandone, in molti casi, la capacità di attrazione. Le percentuali riguardanti l’immagine della biblioteca, infine.
Sono numeri che non sembrano rispecchiare grandissime differenze tra le risposte dei frequentatori e quelle dei non frequentatori: collocando in doppia graduatoria i gruppi semantici rilevati e misurando le distanze tra un gruppo e l’altro, registriamo dislivelli abbastanza contenuti fra le due graduatorie. Alcuni scarti non sono tuttavia sfuggiti alle autrici e non sono di poca importanza: i frequentatori palesano una maggiore propensione ad associare alla biblioteca anche le dimensioni di studio/lavoro, conoscenza/informazione, socialità/servizi alla collettività, immagine positiva, il che conferma come la frequentazione alimenti una più forte fiducia nei confronti dell’offerta estesa di servizi e delle opportunità veicolate dalle biblioteche comunali.
In entrambe le categorie, e soprattutto nelle classi di età più mature, resta però largamente dominante una visione delle cose che ruota intorno alla canonica endiadi “libro e lettura”. Maurizio Vivarelli (proprio ragionando sull’esito dell’indagine toscana nella relazione presentata con Chiara Faggiolani alle ultime Stelline) ha invitato gli addetti ai lavori a non ignorare una connotazione della biblioteca così radicata nel sentire sociale e a non sacrificarla troppo in fretta ad altri paradigmi, per esempio a quelli di tipo partecipativo. Ora, sulle linee di frattura fra passato e presente che qua e là affiorano, ma anche sugli elementi di continuità che sono innegabili, e dunque sulla molteplicità di senso che la biblioteca pubblica contemporanea non smette di generare, è bene che si continui a discutere. Senza il contributo di seri studi sul campo (e sicuramente serio è quello toscano) tale discussione troverebbe sbocchi molto meno concreti.
Giovanni Di Domenico
Università degli studi di Salerno