Il vasto panorama della bibliografia archivistica. Una disciplina al confine fra tradizione e innovazione
Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo, Università degli studi di Macerata; g.dimarcantonio@unimc.it
Abstract
L’articolo vuole restituire una sintetica bibliografia, la quale si rivolge a tutti coloro si stiano avvicinando al mondo dell’archivistica. La bibliografia si divide in diverse sezioni: manualistica e articoli di base per lo studio della disciplina archivistica, archivio corrente e di deposito, ordinamento, normativa, informatica e standard archivistici.
English abstract
The article wants to return a short bibliography, which will appeal to all those who are coming closer to the archival world. The bibliography is divided into different sections: basic manuals and articles for the study of the discipline archival, current archive and storage, sorting, law, computer science and archival standards.
Premessa
L’archivistica è una disciplina multidimensionale, le cui funzioni, attività e finalità si modellano in base alle molte forme che può assumere l’entità “archivio”. Nel volume Primi passi nel mondo degli archivi, Giorgetta Bonfiglio-Dosio propone una sintesi delle tante specializzazioni che la disciplina ha assunto nel corso degli anni. Solo per citarne alcune si differenziano l’archivistica generale, informatica, tecnica, speciale, o ancora si distinguono la legislazione archivistica, l’archiveconomia o l’euristica delle fonti. Molte sfaccettature di un universo articolato che porta con sé una letteratura scientifica altrettanto ampia e diversificata.
Vista la complessità della disciplina e considerata l’impossibilità di poter essere esaustivi sul tema, questo contributo ha l’obiettivo di restituire una sintetica bibliografia ragionata rivolta a quanti stiano muovendo i primi passi nel campo dell’archivistica. Le varie risorse bibliografiche sono suddivise per settori: manualistica e articoli di base per lo studio della disciplina archivistica, archivio corrente e di deposito, ordinamento, normativa, informatica e standard archivistici.
Manualistica e articoli di base per lo studio della disciplina archivistica
Per ovvie ragioni la prima sezione di questa bibliografia è dedicata ai manuali di archivistica, accompagnati da alcuni importanti contributi che hanno favorito lo sviluppo della disciplina. Al fine di evidenziarne l’evoluzione, si è scelto di inserire contributi che coprono un arco cronologico dal 1928 ai giorni nostri, per riuscire, fin da subito, a cogliere le “fratture” metodologiche e concettuali che hanno caratterizzato la disciplina, partendo dalla canonizzazione del metodo storico di Giorgio Cencetti fino alle riflessioni di Claudio Pavone del 1970 che mette in discussione la teoria del rispecchiamento, proiettando l’archivistica verso il futuro. Nei primi manuali è possibile cogliere i pilastri fondamentali dell’archivistica, partendo dalla definizione dell’oggetto di studio, passando al ciclo vitale del documento fino ad arrivare all’ordinamento e alla conservazione del patrimonio. Gli ultimi manuali citati approfondiscono anche i concetti di base propri dell’archivistica informatica. L’elenco che segue, per quanto necessariamente non esaustivo, può diventare un punto di partenza per gli studenti che vogliano avvicinarsi alla disciplina in modo maturo o per quanti vogliano potenziare le proprie conoscenze.
- E. Casanova, Archivistica, Siena, Lazzeri, 1928.
- G. Cencetti, Scritti archivistici, Roma, Il centro di Ricerca, 1970.
- A. Lodolini, Ordinamento degli archivi. Archivistica elementare, Roma, La Scienza, 1954.
- A. Pannella, Scritti archivistici, Firenze, Tip. L’impronta, 1955.
- E. Lodolini, Identificazione dell’archivio, «Rassegna degli archivi di Stato», 18 (1958), n. 3, p. 308-323.
- R. Giuffrida (a cura di), Antologia di scritti archivistici, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio centrale per i beni archivistici, 1985. All’interno del volume si segnalano: L. Sandri, L’archivistica e R. De Felice, Per la formazione dei titolari d’archivio.
- E. Lodolini, Questioni di base dell’archivistica, «Rassegna degli archivi di Stato», 30 (1970), n. 2, p. 325-364.
- C. Pavone, Ma poi è tanto pacifico che l’archivio rispecchi l’istituto?, «Rassegna degli archivi di Stato», 30 (1970), n. 2, p. 145-149.
- A. D’Addario, Archivi e biblioteche. Affinità e differenze, «Rassegna degli archivi di Stato», 37 (1977), n. 1-2-3, p. 9-20.
- Id., Lezioni di archivistica, Bari, Adriatica, 1972.
- E. Lodolini, «Archivio»: un concetto controverso nella dottrina e nelle leggi, «Rassegna degli Archivi di Stato», 40 (1980), n. 1-2-3, p. 9-45.
- R. De Felice, Il concetto di archivio e la classificazione archivistica, «Archivi e Cultura», 16 (1982), p. 27-52.
- P. Carucci, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1983.
- E. Lodolini, Archivistica. Principi e problemi, Milano, Franco Angeli, 1984.
- I. Zanni Rosiello, Archivi e memoria storica, Bologna, il Mulino, 1987.
- E. Lodolini, Lineamenti di storia dell’archivistica italiana. Dalle origini alla metà del secolo XX, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1991.
- A. Romiti, Temi di archivistica, Lucca, Pacini Fazzi, 1996.
- I. Zanni Rosiello, Andare in archivio, Bologna, il Mulino, 1996.
- L. Duranti, I documenti archivistici e la gestione dell’archivio da parte dell’ente produttore, Roma, Ministero dei beni culturali e ambientali. Ufficio centrale per i beni archivistici, 1997.
- P. Carucci - M. Messina, Manuale di archivistica per l’impresa, Roma, Carocci, 1998.
- G. Bonfiglio Dosio, Primi passi nel mondo degli archivi. Temi e testi per la formazione archivistica di primo livello, Padova, CLEUP, 2007.
- L. Giuva - S. Vitali - I. Zanni Rosiello, Il potere degli archivi: usi del passato e difesa dei diritti della società contemporanea, Milano, Bruno Mondadori, 2007.
- P. Carucci - M. Guercio, Manuale di archivistica, Roma, Carocci, 2008.
- M. B. Bertini, Che cos’è un archivio, Roma, Carocci, 2008. - A. Romiti, Archivistica generale. Primi elementi, Lucca, Civita editore, 2011.
- L. Giuva - M. Guercio (a cura di), Archivistica, Roma, Carocci, 2014.
- F. Valacchi, Diventare archivisti. Competenze tecniche di un mestiere sul confine, Milano, Editrice Bibliografica, 2015.
L’archivio in formazione
Secondo Leopoldo Sandri «le fonti documentarie per la storia nascono e si difendono nell’archivio in formazione». Oggi questa affermazione assume maggior vigore, vista la rinnovata centralità dell’archivio corrente. Infatti, considerando la crescita esponenziale della produzione di documenti digitali, una corretta organizzazione e concezione dell’archivio potrà ovviare, anche se in parte, alle criticità legate all’obsolescenza tecnologica, alla conservazione e alle garanzie di autenticità e identificazione di un documento informatico. In altre parole, un’efficiente gestione documentale nell’archivio in formazione sarà garanzia di una corretta sedimentazione e conservazione della documentazione. Posta questa doverosa premessa, è utile ricordare che in Italia le pratiche amministrative all’interno degli archivi in formazione si consolidarono ancor prima della nascita delle ICT. Infatti questa prima fase del ciclo vitale del documento è stata da sempre considerata fondamentale per assicurare la certezza del diritto (memoria auto documentazione), e quindi si rendeva necessario l’utilizzo di modalità di gestione efficienti ed efficaci. I contributi che seguono hanno come oggetto le attività proprie dell’archivio corrente quali protocollazione, classificazione e fascicolazione, sia in ambiente digitale che in quello analogico.
- R. De Felice, Gli archivi correnti delle amministrazioni centrali, «Rassegna degli Archivi di Stato», 23 (1963), n. 3, p. 359-390.
- Id., L’archivio contemporaneo. Titolarlo e classifica- zione sistematica di competenza nei moderni archivi correnti pubblici e privati, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1988.
- L. Duranti, I documenti archivistici. La gestione dell’archivio da parte dell’ente produttore, Roma, Ministero dei beni culturali e ambientali. Ufficio centrale per i beni archivistici, 1997.
- L. Giuva, Gli strumenti archivistici per la gestione dei documenti: la registrazione di protocollo, la classificazione, i piani di conservazione, «Rassegna degli Archivi di Stato», 59 (1999), p. 128-139.
- L. Angelone - R. Guarasci - S. Pigliapoco - A. Rovella - F. Valacchi, Il protocollo nella pubblica amministrazione, Rende, Collana di archivistica e documentazione. Università della Calabria, 2003.
- M. Guercio, Modelli efficienti di gestione documentaria nella società dell’informazione. Il ruolo della classificazione d’archivio, «Archivi & Computer», 2005, n. 2, p. 10-16.
- G. Penzo Doria, Il fascicolo archivistico: le cinque tipologie e i modelli organizzativi, «Archivi & Computer», 2007, n. 2-3, p. 22-49.
- R. Guarasci, Indicizzazione e classificazione: concetti generali, in Dal documento all’informazione, a cura di R. Guarasci, Milano, ITER, 2008, p. 215-226.
L’archivio di deposito e lo scarto
Nell’archivio di deposito si conserva tutta la documentazione che non è più necessaria per le attività quotidiane delle amministrazioni pubbliche, ma che ancora non è pronta ad essere usate come memoria-fonte. La documentazione verrà trasferita in una struttura di deposito accompagnata da un elenco di versamento, creato per finalità pratiche e gestionali.
Lo scarto è una delle attività che vengono svolte in questa fase del ciclo di vita del documento e viene definito da tutti gli autori dei contributi che seguono come un’attività complessa, paradossale ma necessaria.
Complessa perché si opera una selezione di ciò che potrebbe testimoniare e rendere comprensibile l’epoca in cui i documenti sono stati creati.
Paradossale perché si rompe il vincolo archivistico ed è considerata un’attività inammissibile dal punto di vista storiografico e giuridico.
Necessaria perché è impossibile poter conservare adeguatamente tutta la documentazione prodotta per ragioni culturali, logistiche, fisiche ed economiche.
I contributi che seguono analizzano e descrivono l’archivio di deposito come fase concettuale del ciclo vitale del documento, soffermandosi approfonditamente sullo scarto, proprio perché considerata un’attività delicata che richiede molte riflessioni.
- A. Caruso, Della necessità e del modo di facilitare gli scarti negli archivi dei comuni, «Notizie degli Archivi di Stato», 11 (1951), n. 1, p. 26-28.
- A. Lombardo, Il problema dello scarto degli atti d’archivio, «Rassegna degli Archivi di Stato», 15 (1955), n. 3, p. 300-316.
- P. Carucci, Lo scarto come elemento qualificante delle fonti per la storiografia, «Rassegna degli Archivi di Stato», 35 (1975), n. 1-2-3, p. 250-264.
- I. Zanni Rosiello, Spurghi e distruzione di carte d’archivio, «Quaderni storici», 54 (1983), n. 3, p. 9851017.
- G. Bonfiglio Dosio, A proposito di scarto, «Rassegna degli Archivi di Stato», 57 (1997), n. 1, p. 128-132.
- M. Guercio, La selezione dei documenti archivistici nel recente dibattito internazionale: evoluzione e continuità nella metodologia e nella prassi, «Archivi per la storia», 11 (1998), n. 1, p. 43-64.
- F. Valenti - D. Grana (a cura di), Scritti e lezioni di archivistica, diplomatica e storia istituzionale, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio centrale per i beni archivistici, 2000.
- I. Zanni Rosiello, Gli archivi nella società contemporanea, Bologna, il Mulino, 2009.
- A. Romiti, L’archivio di deposito nelle pubbliche amministrazioni, Torre del Lago, Civita editore, 2008.
Ordinamento e strumenti di ricerca
In questa fase il processo di sedimentazione della documentazione è giunto al termine. Le carte, prima di poter essere utilizzate dagli utenti, devono essere ordinate e inventariate. Queste due attività sono alla base del lavoro che viene svolto all’interno degli archivi storici, al fine di perseguire obiettivi di fruizione e valorizzazione. Attorno all’ordinamento ruota il processo di descrizione archivistica, che si configura in tutte quelle attività volte alla raccolta, all’organizzazione e all’analisi delle informazioni necessarie per l’identificazione, la gestione e l’interpretazione del materiale conservato in un istituto archivistico e come illustrazione del contesto e del sistema archivistico in genere. Solo la documentazione riordinata può dirsi pronta per la consultazione e quindi diventare memoria-fonte. Inoltre il fondo deve essere accompagnato da strumenti di ricerca che permettano di individuare e consultare una precisa documentazione da parte del fruitore. Le tipologie degli strumenti di ricerca sono molte, ma sommariamente si distinguono le guide, gli elenchi e gli inventari, quest’ultimi considerati gli strumenti maggiormente analitici per un fondo archivistico. I contributi che seguono sono discontinui temporalmente, ma vista la copiosa letteratura scientifica in merito, si è resa necessaria una selezione accurata.
- M. Luzzatto, L’ordinamento degli archivi di famiglie, «Notizie degli Archivi di Stato», 11 (1951), n. 1, p. 23-26.
- A. Pannella, L’ordinamento storico e la formazione di un archivio generale in una relazione inedita di Francesco Bonaini, in Id., Scritti archivistici, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato-Archivi di Stato, 1955, p. 215-218.
- G. Cencetti, Inventario bibliografico e inventario archivistico, in Id., Scritti archivistici, Roma, Il Centro di ricerca Editore, 1970, p. 56-69.
- A. Palestra, Problemi di ordinamento e conservazione, «Archiva ecclesiae. Bollettino dell’Associazione archivistica ecclesiastica», I (1958), p. 85-97.
- P. Carucci, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1983.
- Ead., Tipologia, carattere della documentazione, problemi organizzativi, in Gli archivi per la storia contemporanea. Organizzazione e fruizione, atti del seminario di studi, Mondovì 23-25 febbraio 1984, Ministero per i beni culturali e ambientali, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Archivi di Stato, 1986.
- Ead., Gli inventari, «Rassegna degli Archivi di Stato», 49 (1989), n. 3, p. 547-557.
- G. Catoni, L’inventario e la guida dell’archivio: la pubblicazione, «Archiva ecclesiae. Bollettino dell’Associazione archivistica ecclesiastica», 26-27 (19831984), p. 151-162.
- A. Romiti, I mezzi di corredo archivistici e i problemi dell’accesso, «Archivi per la storia», 3 (1990), n. 2, p. 217-246.
- A. D’Addario, Per un’indagine sull’adozione del “metodo storico” in archivistica, «Archivi per la storia», 5 (1992), Studi in memoria di Antonio Lombardo, p.11-37.
- I. Zanni Rosiello, Andare in archivio, Bologna, il Mulino, 1996.
- P. Carucci, L’ordinamento tra continuità burocratica e struttura del fondo, «Archivi & Computer», 2006, n. 3, p.19-31.
- F. Valacchi, Una panoramica sugli inventari archivistici nel web, «JLIS.it», 2 (2011), p. 1-18.
Il mestiere dell’archivista
L’archivista è il protagonista di tutte le fasi del ciclo di vita del documento, descritto nei precedenti contributi. Il suo lavoro ha importanti ricadute in termini tecnici, giuridici e culturali e per queste ragioni le competenze professionali devono essere forti e consolidate. Come si accennava nell’introduzione, visto la polisemia del termine archivio e considerati anche gli sviluppi della disciplina rispetto al moltiplicarsi della produzione documentale in ambiente digitale, la formazione dell’archivista deve necessariamente confrontarsi con le esigenze del mercato. È possibile, anche se riduttivo, distinguere l’archivista storico dal digital curator. Il primo individua il suo campo d’azione all’interno degli archivi storici, dove prevale la documentazione analogica. Nel secondo caso, si tratta di una figura che ha il compito di occuparsi della formazione, gestione e conservazione dei sistemi documentali digitali. Entrambe le professionalità devono avere conoscenze trasversali: ad esempio una formazione prevalentemente storica, prima o poi, dovrà arricchirsi di studi nell’ambito digitale al fine di rendere realmente efficace ed efficiente il proprio lavoro nel settore.
- I. Zanni Rosiello, Sul mestiere dell’archivista, «Rassegna degli Archivi di Stato», 41 (1981), n. 1- 2-3, p. 57-73.
- G. Bonfiglio-Dosio, L’Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI), «Professione: archivista». 19491999. I cinquant’anni dell’ANAI nel mondo archivistico. Atti del convegno di studi, Trento-Bolzano, 24-26 novembre 1999, «Archivi per la storia», 14 (2001), n. 1-2, p.357-367.
- L. Duranti, La figura dell’archivista nel mondo contemporaneo. Riflessioni a margine della letteratura di un volume, «Archivi», 5 (2008), p. 47-58.
- G. Bonfiglio Dosio, Quale formazione? E per quale figura professionale?, «Il mondo degli archivi», 2-3 (2006), p. 41-45.
- I. Zanni Rosiello, Sul mestiere dell’archivista, «Rassegna degli Archivi di Stato», 41 (1981), n. 1-2-3, p. 57-73.
Normativa
I contributi sotto elencati descrivono e approfondiscono le normative che regolano il settore archivistico italiano. Sono molte le direttive che si sono succedute dagli anni Settanta dell’Ottocento fino ad oggi, ma considerando la natura di questo articolo si riportano solo alcuni passaggi fondamentali. Un primo importante decreto, emanato nel 1875 (Regio Decreto del 27 maggio 1875 n. 2552), disciplinò l’ordinamento generale degli archivi di Stato recependo le direttive della Commissione Cibrario. I successivi regolamenti emanati nel 1902 e 1911 non mutarono di molto il panorama normativo, quanto invece la legge n. 2006 del 1939. Quest’ultima diede vita al modello conservativo italiano, disciplinando le funzioni della direzione generale degli archivi e definendo gli obblighi conservativi dell’archivio centrale di Stato e degli archivi di Stato situati in ogni capoluogo di provincia. Inoltre impose alle soprintendenze archivistiche la vigilanza sugli archivi degli enti pubblici e su quelli di notevole interesse storico dei quali fosse detentore a qualsiasi titolo un privato. Anche per l’archivio corrente non sono mancate le normative a riguardo: dalla legge 241/1990 che, anche se non propriamente di stampo archivistico, disciplina la natura del documento, al Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione archivistica fino al Codice dell’Amministrazione Digitale.
- V. Salvatore, Archivistica: ordinamento, normativa, classificazione, sistemi, economia, informatica, Latina, Bucalo, 1995.
- Archivi e cittadino. Genesi e sviluppo degli attuali sistemi di gestione degli archivi. Atti della giornata di studio (Chioggia 8 febbraio 1997), a cura di G. Penzo Doria, Chioggia, Il Leggio, 1999.
- E. Lodolini, Legislazione sugli archivi. Storia, normativa, prassi, organizzazione dell’Amministrazione archivistica, Vol. 1: Dall’Unità d’Italia al 1997, Bologna, Patron, 2004.
- Id., Legislazione sugli archivi. Storia, normativa, prassi, organizzazione dell’Amministrazione archivistica, Vol. 2: Dal 1 gennaio 1998 al 1 agosto 2004: con appendice di testi normativi del 2004, Bologna, Patron, 2005.
- M. G. Pastura, Codice dell’amministrazione digitale: problemi e prospettive archivistiche, «Quaderni del Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione», Maggio 2006, p. 21-30.
- M. Frigo, La circolazione internazionale dei beni culturali: diritto internazionale, diritto comunitario e diritto interno, Milano, Giuffrè, 2007.
Informatica
L’elenco dei contributi che segue è più ampio rispetto ai precedenti vista la complessità e le varie sfaccettature che la tematica può assumere. Trattare di informatica in ambito archivistico significa raggruppare più ambiti di ricerca e branche disciplinari. Si possono distinguere sommariamente l’informatica applicata agli archivi storici e quella invece relativa all’archivio in formazione. Però, prima di poter approfondire tali tematiche, è opportuno comprendere l’evoluzione che ha avuto nel tempo il rapporto tra archivistica e informatica. Per tale ragione i primi contributi sono dedicati a questo delicato momento storico, quando gli archivisti si dovettero confrontare con i primi strumenti della tecnologia dell’informazione che cambiarono radicalmente non solo il loro lavoro, ma anche alcuni dettami della disciplina quali il ciclo vitale e il modello conservativo.
- B. Bertini - I. Massabò Ricci - M. A. Ricchiuto (a cura di), Informatica e archivi. Atti del convegno, Torino 17-19 giugno 1985, Roma, Ministero dei beni culturali e ambientali. Ufficio centrale per i beni archivistici, 1986.
- P. Carucci, Il documento contemporaneo. Diplomatica e criteri di edizione, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1987.
- M. Guercio, Gli archivisti italiani e la sfida dell’automazione: archivi correnti e nuovi documenti, «Archivi per la storia», 5 (1992), n. 2, p. 39-58.
- L’archivistica alle soglie del 2000: atti della conferenza internazionale, Macerata, 3-8 settembre 1990, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio centrale per i beni archivistici, 1992.
- A. Antoniella, Ordinamento archivistico o costituzione di banche dati? Alle radici di un equivoco, «Archivi e & Computer», 1993, n. 2, p. 89-107.
- E. Lodolini, Il principio di provenienza per i documenti nati su supporto elettronico. L’archivista alle soglie del Duemila, «Rassegna degli Archivi di Stato», 53 (1993), n. 2-3, p. 378-387.
- L. Rizzi, Da Archidata a Sesamo: il caso lombardo, in Gli standard per gli archivi europei: esperienze e proposte, Atti del seminario internazionale, San Miniato, 1994, a cura di R. Cerri - E. Terenzoni, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio centrale per i beni archivistici, 1996, p. 360-372.
- Arianna: un software per archivisti, Atti del convegno, «Bollettino d’informazioni del Centro di ricerche informatiche per i beni culturali», 2 (1999).
- L. Musci, Archivi de Novecento, «Rassegna degli Archivi di Stato», 49 (1999), n. 1-2-3, p. 94-99.
- M. Guercio, Archivistica informatica, Roma, Carocci, 2002.
- F. Valacchi, I siti web come strumenti per la ricerca archivistica, «Archivio storico italiano», 160 (2002), n. 593, p. 589-610.
- S. Vitali, Passato digitale. Le fonti dello storico nell’era del computer, Milano, Mondadori, 2004.
- P. Feliciati - D. Grana, Dal labirinto alla piazza. Il progetto “Sistema informativo degli Archivi di Stato”, «Scrinia», 2 (2005), n. 2-3, p. 9-18.
- F. Cavazzana Romanelli, Sistemi informativi archivistici. Quale messa in forma della memoria documentaria?, «Scrinia», 2 (2005), n. 2-3, p. 19-34.
- M. Guercio, La conservazione digitale nello scenario europeo e internazionale. Principi, metodi, progetti, in Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca, R. Delle Donne (a cura di), Napoli, ClioPress, 2005, p. 23-38.
- S. Piagliapoco, La memoria digitale delle amministrazioni pubbliche. Requisiti, metodi e sistemi per la produzione, archiviazione e conservazione dei documenti informatici, Rimini, Maggioli, 2005.
- R. Guarasci, La gestione dei documenti nei sistemi a qualità certificata, «Culture del testo e del documento», 18 (2005), n. 18, p. 91-98.
- M. G. Pastura, Il sistema informativo unificato delle soprintendenze archivistiche (SIUSA), «Archivi & Computer», 2006, n. 3, p. 12-18.
- F. Valacchi, La memoria integrata nell’era digitale. Continuità archivistica e innovazione tecnologica, San Miniato, Archilab, 2006.
- Id., Problematiche descrittive e linee operative per la descrizione degli archivi in un progetto di rete, «Archivi & Computer», 2007, n. 3, p. 38-49.
- P. G. Weston, Sistemi informativi per archivi, biblioteche e musei, «Archivi», 3 (2008), n. 1, p. 27-41.
- G. Volpato - F. Formiga (a cura di), Archiviare il futuro, riflessioni e ricerche per una materia in divenire, Verona, Università degli studi di Verona, 2008.
- M. Guercio, Dalle reti virtuali di archivi alle reti istituzionali, ovvero dalle reti casuali al governo coordinato di architetture complesse, «Archivi & Computer», 2008, n. 1, p. 21-37.
- Ead., Gli archivi come depositi di memorie digitali, «Digitalia», 2008, n. 2, p. 37-52.
- R. Guarasci (a cura di), Dal documento all’informazione, Milano, ITER, 2008.
- S. Pigliapoco, Firma elettronica, firma digitale e documento informatico, in Guida operativa alla produzione di documenti informatici, Rimini, Maggioli, 2009.
- P. Feliciati, I requisiti di fattibilità di un sistema informativo archivistico: modelli organizzativi informatici e soddisfazione degli utenti, «Archivi», 4 (2009), n. 1, p. 13-31.
- L. Giuva, Alcune osservazioni su utenti e reti archivistiche nell’era digitale, «Archivi», 4 (2009), n. 2, p. 7-20.
- M. Giannetto, Conoscere per condividere: dal Sistema informativo degli archivi di Stato al Sistema archivistico nazionale, «Digitalia», 2009, n. 2, p. 77-88.
- Ead., Dalla carta alle reti informative al Sistema archivistico nazionale, «Rassegna degli Archivi di Stato», n.s. 5-6 (2009-2010), p. 231-247.
- M. Guercio - S. Pigliapoco - F. Valacchi, Archivi e informatica, Torre del Lago, Civita editore, 2010.
- D. Brunetti - R. Grassi - M. Savoja - S. Vassallo, Archimista, un applicativo open-source per la descrizione di archivi storici, «Archivi & Computer», 2012, n. 1, p. 18-34.
- M. Tosti Croce, I portali tematici come strumenti di divulgazione del patrimonio archivistico, in «Digitalia», 2012, n. 2, p. 40-52.
- F. Valacchi, Comunicare il valore degli archivi: il Sistema Archivistico Nazionale, «Il Capitale Culturale. Studies on the Value of Cultural Heritage», 5 (2012), p. 90-112.
- M. Guercio, Conservare il digitale. Principi metodi e procedure per la conservazione a lungo termine, Roma-Bari, Laterza, 2013.
- R. Guarasci - A. Folino, Documenti digitali, Milano, ITER, 2013.
- R. Minuti, Il web e gli studi storici. Guida critica all’uso della rete, Roma, Carocci, 2015.
Standard
In generale, gli standard sono dei modelli di riferimento, non vincolanti, finalizzati all’omogeneizzazione delle informazioni, cosicché possano essere scambiate e condivise. Nell’ambito archivistico i principali standard di riferimento sono descritti dall’ICA: ISAD (Standard internazionale per la descrizione dei complessi documentari), ISAAR (Standard internazionale per la descrizione dei soggetti produttori), ISDIAH (Standard internazionale per la descrizione dei soggetti conservatori), ISDF (Standard internazionale per la descrizione delle funzioni), NIERA (Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone e famiglie). A questi si aggiunge RDA (Resource Description and Access), che nasce in ambito bibliografico ma mira a descrivere tutte le risorse culturali nell’ambiente digitale, quindi anche quelle archivistiche. Vista la recente pubblicazione di quest’ultimo standard, ancora non può essere annoverato all’interno dell’elenco ufficiale dell’ICA, ma considerando la risonanza, positiva e negativa, che RDA ha scatenato in ambito internazionale, è necessario citarlo. Infatti gli ultimi contributi dell’elenco che segue sono dedicati a questo nuovo standard, destinato a suscitare riflessioni nell’ambito della ricerca scientifica archivistica, considerando le sue potenzialità.
- S. Vitali, Il dibattito internazionale sulla normalizzazione della descrizione: aspetti teorici e prospettive per l’Italia, «Archivi & Computer», 1994, n. 4, p. 303-323.
- M. Guercio, Automazione e archivi storici, «Archivi e Imprese», 11-12 (1995), p. 120-143.
- R. Cerri, L’archivista e il protocollista elettronici nella civiltà delle reti, «Archivi & Computer», 1996, n. 1, p. 7-36.
- S. Pigliapoco, La gestione dei documenti nelle pubbliche amministrazioni. Un modello informatizzato, Rimini, Maggioli, 1996.
- M. Savoja, Lo standard ISAAR come riferimento per la messa a punto di sistemi informativi archivistici, «Bollettino d’informazioni. Centro di ricerca informatiche per i beni culturali della Scuola Normale superiore di Pisa», 9 (1999), n. 2, p. 31-50.
- S. Vitali, Standard di descrizione degli archivi a livello internazionale e nazionale: realizzazioni, problemi e prospettive, «L’informazione bibliografica», 26 (2000), n. 3, p. 347-355.
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