“Qual è il tuo stile di ricerca?” Un’indagine sul comportamento informativo dei laureandi
Università di Modena e Reggio Emilia; annamaria.alfonsi@unimore.it
Sistema bibliotecario di ateneo, Università di Modena e Reggio Emilia; laura.montinaro@unimore.it
Per tutti i siti web l’ultima consultazione è stata effettuata il 14 ottobre 2016.
Abstract
Conoscere il comportamento informativo degli studenti può consentire alle biblioteche universitarie di progettare corsi di information literacy e servizi bibliotecari in modo più mirato ed efficace. Il progetto qui presentato, realizzato dal Sistema bibliotecario di ateneo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, si propone di conoscere quali risorse bibliografiche e strumenti di ricerca i laureandi dei corsi di laurea di secondo livello e a ciclo unico utilizzano per studiare, come si organizzano per elaborare e valutare il materiale che recuperano e quali difficoltà incontrano, in particolare nell’elaborazione di tesi e tesine. L’indagine “Qual è il tuo stile di ricerca?”, partita nel 2014 con un questionario online a cui ha fatto seguito una seconda fase di interviste, tuttora in corso, è illustrata con attenzione sia alla parte progettuale sia ai principali risultati finora emersi.
Pur con le opportune distinzioni per area disciplinare, gli studenti dichiarano di ricorrere ad appunti, dispense, materiale recuperato online attraverso la ricerca sui motori di ricerca in misura maggiore rispetto a quanto fanno con banche dati e con il catalogo delle biblioteche. Appaiano consapevoli delle difficoltà di valutazione di quanto è recuperabile in Internet, ricorrono poco ai servizi di reference specialistico in biblioteca e la difficoltà maggiore della redazione della tesi è non incorrere nel plagio. Alla luce di questi primi risultati sono apparsi evidenti alcuni margini di miglioramento nella visibilità e fruibilità dei servizi bibliotecari esistenti, con particolare attenzione ai contenuti dei corsi di information literacy.
English abstract
The analysis of students’ information-seeking behaviour can enable academic libraries to plan information literacy courses and library services in a more targeted and effective way. The project presented here was undertaken by the University Library System of the University of Modena and Reggio Emilia and aims at discovering which bibliographic sources and research tools master’s students in their final year use to study, how they evaluate and organize the documents they find and which difficulties they encounter especially with their dissertation. The survey “Qual è il tuo stile di ricerca?”, launched in 2014 with an online questionnaire, was followed by a second round of interviews, which is still ongoing. This article provides details about the project design and the main findings so far. Despite some remarkable differences among disciplines, students reported using mainly lecture notes and handouts to study and turning to search engines to find more sources to a greater extent than library databases and catalogue. They seem aware that evaluating free online resources is rather difficult, they don’t ask librarians for help and are worried about plagiarism when they start writing a dissertation. As shown by these findings, libraries need to improve the visibility and usability of some of their existing services and to tailor the content of information literacy courses to meet students’ needs.
Introduzione
In questo articolo parleremo di un progetto d’indagine del Sistema bibliotecario di ateneo sugli stili di ricerca bibliografica dei laureandi dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore). Un’indagine articolata in due fasi: una quantitativa, ormai conclusa, per la quale si è scelto come tecnica di ricerca un questionario online (che è stato somministrato nel 2014) e una seconda fase qualitativa, tuttora in corso, basata su interviste. “Qual è il tuo stile di ricerca?” è lo slogan scelto per promuovere l’indagine e riassume in sé il senso dell’intero progetto: indagare i comportamenti informativi degli studenti laureandi nella loro attività di studio e di ricerca bibliografica, con l’obiettivo, da bibliotecari, di raccogliere dati preziosi per migliorare i servizi delle biblioteche Unimore e soprattutto i corsi di information literacy.
Nella prima parte dell’articolo ci soffermeremo sugli aspetti progettuali, organizzativi e tecnici dell’indagine, il suo back stage in un certo senso, ritenendo che possa essere interessante per tutti i colleghi bibliotecari che, pur non essendo o non potendo ricorrere a professionisti, sentano l’esigenza di conoscere meglio i loro utenti e vogliano progettare l’indagine nel modo più corretto ed efficace.
Nella seconda parte dell’articolo entreremo invece nel vivo dei contenuti con le risposte dei nostri studenti, presentando i principali risultati emersi dall’analisi del questionario.
Il contesto: l’information literacy e il progetto SBA IL in progress
Il contesto in cui è nato questo progetto di indagine è quello, come si accennava prima, dell’information literacy.
Il Sistema bibliotecario di ateneo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con le sue sette biblioteche universitarie, promuove dal 2006 varie iniziative di information literacy attraverso l’organizzazione, a cura di ciascuna biblioteca, di percorsi formativi destinati a studenti e dottorandi. A tali corsi, svolti in presenza o in modalità blended, sono attribuiti anche crediti formativi universitari (CFU) da diversi dipartimenti. Nel gruppo di bibliotecari che si occupano di formazione utenti è nata nel corso del 2012 l’esigenza di approfondire le tematiche relative all’apprendimento e alla didattica, con particolare riferimento ai processi di informazione e documentazione in ambito universitario. Causa di questa esigenza di approfondimento e insieme occasione per attuarlo è stata da un lato la riflessione comune del gruppo di lavoro sul volume Information literacy in biblioteca di Laura Ballestra, dall’altro la partecipazione a IFLA 2012: il Sistema bibliotecario, rispondendo nella primavera 2012 alla call for paper, ha ottenuto una borsa di studio per partecipare con un poster al Satellite meeting IFLA di Tampere dedicato all’information literacy.
La visione dell’information literacy testimoniata dal lavoro di Laura Ballestra, assolutamente innovativa nel panorama italiano, e la prospettiva internazionale del meeting di Tampere ci hanno fornito molti spunti per ripensare i nostri corsi. Viene inaugurato quindi a fine 2012 un nuovo progetto SBA Information literacy in progress che coinvolge una ventina di bibliotecari e che si articola in numerose azioni e in più gruppi di lavoro: tra questi il gruppo “Mappatura utenti” si assume l’incarico di rispondere all’esigenza comune di conoscere meglio coloro a cui i corsi si rivolgono, gli studenti. Il suggerimento ci viene proprio da Tampere: tra le tante esperienze interessanti presentate in quell’occasione ci colpisce un progetto di indagine sul rapporto tra dottorandi e biblioteche accademiche svolto da alcune biblioteche universitarie nordeuropee, che prevedeva anche una fase di analisi dei comportamenti informativi dei dottorandi.
Indagare i comportamenti informativi dei nostri studenti nelle fasi di studio e di tesi diventa per noi un presupposto fondamentale per migliorare i corsi di information literacy.
Il gruppo di lavoro “Mappatura utenti” e le prime scelte operative
Il gruppo di lavoro si costituisce all’inizio del 2013 e nei mesi successivi viene discusso e messo a punto ogni aspetto dell’indagine che, come accennato, è culminata nel giugno 2014 con il lancio del questionario, a cui ha fatto seguito il periodo di elaborazione e analisi dei risultati (2014-2015), affiancato dall’avvio della fase qualitativa con le interviste (2015).
Per prima cosa il gruppo di lavoro ha affrontato, oltre alla rassegna della letteratura, alcune scelte necessarie per circoscrivere l’indagine: la definizione del target e delle tecniche di ricerca, la scelta delle modalità di somministrazione e soprattutto la messa a fuoco delle tematiche da indagare.
Per quanto riguarda l’analisi di esperienze simili, pur partendo dall’indagine norvegese a cui si è accennato, ne sono state prese in considerazione altre, diverse tra loro per obiettivi, target, ambiti di indagine, metodo di ricerca e tecniche utilizzate.
L’analisi e la discussione di queste esperienze ci ha permesso di mettere a fuoco con maggiore consapevolezza metodo, destinatari e tematiche della nostra indagine, decidendo di realizzare prima un questionario online, poi delle interviste in presenza e, dal momento che la ragione dell’indagine era l’information literacy, di circoscrivere il target ai laureandi, a cui sono rivolti la maggior parte dei corsi delle biblioteche Unimore: in particolare gli studenti iscritti all’ultimo anno dei corsi di laurea magistrale, specialistica e a ciclo unico.
Per quanto riguarda le tematiche l’indagine, ci si è posti l’obiettivo di comprendere quali risorse i laureandi utilizzano per motivi di studio, sia risorse tradizionali come libri, riviste, dispense o appunti, sia altra documentazione recuperata online; a quali strumenti ricorrono, distinguendo tra cataloghi, banche dati, motori di ricerca ecc.; in che modo valutano le risorse recuperate, sia cartacee sia online, e a quali figure fanno riferimento per la valutazione; come procedono una volta recuperata la documentazione per produrre a loro volta un elaborato e quali difficoltà incontrano in tutte le fasi del processo di ricerca e di scrittura, con particolare attenzione a quegli aspetti che come bibliotecari possiamo approfondire nei corsi di information literacy; infine quanto gli studenti usano alcuni strumenti informatici e del web 2.0 (app, social network, feed rss ecc.) come aiuto nello studio.
La piattaforma Moodle/Dolly e l’attività di feedback
Come strumento per realizzare e somministrare il questionario si è deciso di utilizzare la piattaforma Moodle, Dolly (Didattica OnLine) all’Unimore.
Moodle, come è noto, è un learning management system, una piattaforma open source per la didattica online, ampiamente utilizzata anche negli atenei italiani. Dal 2011 il Sistema bibliotecario di ateneo si è dotato di un portale Dolly utilizzato prevalentemente come spazio virtuale di deposito, comunicazione e condivisione rivolto agli studenti dei corsi. Ne sono inoltre state sperimentate le potenzialità al di fuori del contesto didattico: è il caso dell’attività database (utilizzata per la knowledge base del servizio di consulenza online Chiedi al bibliotecario) e del feedback, scelto appunto per il nostro questionario.
Dolly ci è sembrato una buona soluzione perché era già abbastanza famigliare a noi bibliotecari, ma soprattutto agli studenti, e potevamo inoltre contare sul supporto tecnico del Centro e-Learning di ateneo (CeA), che gestisce i portali Dolly delle strutture universitarie e che è stato prezioso in fase di progettazione. Dolly ci permetteva inoltre di filtrare ex ante l’accesso al questionario, riservandolo solo agli utenti con credenziali Unimore, e di controllare ex post l’effettiva appartenenza dei partecipanti al target laureandi.
Abbiamo quindi scelto e sperimentato l’attività feedback di Moodle, che avevamo già utilizzato per i questionari di gradimento dei corsi di information literacy (IL). Abbiamo preferito l’impostazione della privacy “Il nome del partecipante verrà registrato e visualizzato nelle risposte”, da un lato perché l’impostazione “Anonimo” non impediva compilazioni multiple, dall’altro per avere un controllo, come si diceva, sull’effettiva appartenenza dei partecipanti al target scelto, pur rassicurando gli studenti nel regolamento sul “trattamento in forma anonima dei dati inviati”.
La struttura del questionario
Il questionario era diviso in tre parti: una prima parte con le domande sull’oggetto dell’indagine, una seconda parte in forma di quiz e un’ultima parte anagrafica. Le risposte erano a compilazione obbligatoria.
La prima parte era composta da otto domande con 63 opzioni totali, a ciascuna delle quali era necessario rispondere scegliendo da una scala a quattro valori. Andava a indagare le tematiche oggetto dell’indagine: quali risorse e quali strumenti usano i laureandi mentre studiano e preparano la tesi, a chi chiedono aiuto e soprattutto che difficoltà incontrano. Nella maggior parte delle domande (7 domande su 8) veniva richiesta una frequenza, cioè di indicare quanto spesso si ricorre a certi strumenti o ci si trova in determinate situazioni; solo in un caso (domanda 7) veniva richiesto di indicare un grado di difficoltà.
La seconda parte del sondaggio intitolata “Mettiti alla prova!” era costituita da tre domande a quiz, sempre a risposta chiusa, che ci sono servite per verificare, al di là di quanto dichiarato dagli studenti, alcune competenze informative base per degli studenti universitari: riconoscere la citazione di un articolo, sapere come vengono ordinati i risultati di una ricerca in Google, sapere quando e come citare.
La terza e ultima parte era quella più puramente anagrafica in cui venivano chiesti l’età, il genere, il dipartimento e corso di laurea di appartenenza ecc. e alcune domande che si sono rivelate molto utili in fase di analisi per filtrare i dati delle risposte della prima parte: l’avere o meno frequentato corsi di information literacy e l’avere o meno già iniziato le ricerche bibliografiche per la tesi. Abbiamo formulato le domande cercando di renderle il più possibile chiare e comprensibili per i nostri studenti, per questo motivo abbiamo effettuato alcuni user test sugli studenti collaboratori “150 ore”: i loro suggerimenti ci hanno portato ad optare per alcuni termini e semplificazioni in parte opinabili, ma finalizzate a rendere il testo e la sua articolazione a nostro avviso più comprensibile e immediata per gli studenti.
Qual è il tuo stile di ricerca? La promozione
Il questionario nella sua elaborazione definitiva risultava piuttosto corposo: dai test effettuati il tempo di compilazione risultava essere di almeno 20 minuti. Per questo motivo ci è parso subito evidente che l’unica chance che avevamo per riuscire ad avere un buon numero di questionari compilati – e quindi un campione significativo – era, da un lato, curare in ogni dettaglio la promozione e dall’altro, anche sulla scorta dell’esperienza dell’indagine nordamericana, di mettere in palio dei premi.
Per quanto riguarda la promozione, abbiamo scelto lo slogan “Qual è il tuo stile di ricerca?” accostandolo a un logo che giocava sul doppio senso della parola stile e a una locandina dai colori vivaci e ben riconoscibile, entrambi realizzati con l’aiuto di un grafico Unimore (Figg. 1-2). Locandine e volantini sono stati affissi e distribuiti in biblioteche e dipartimenti.
Nel frattempo abbiamo creato una pagina informativa sul sito dello SBA, accessibile senza autenticazione, che conteneva la presentazione del sondaggio, una sintesi del regolamento e il link al questionario su Dolly. Un account di posta elettronica ufficiale creato ad hoc - qualeiltuostilediricerca@unimore.it - ha consentito di comunicare ai potenziali partecipanti l’avvio dell’indagine e di inviare promemoria periodici. Una mossa vincente è stata quella di richiedere che la news con il link al questionario fosse inserita in Esse3, la segreteria virtuale utilizzata abitualmente dagli studenti per iscriversi agli esami e per qualunque altra procedura amministrativa. Abbiamo poi chiesto ai colleghi delle biblioteche Unimore la collaborazione per pubblicizzare il questionario sui rispettivi siti web e social network.
Per quanto riguarda i premi sono stati messi in palio, come si può vedere dalla locandina, un buono in un negozio sportivo, un e-reader Kobo Glo e, come terzo premio, sette buoni fotocopie, uno per ciascuna biblioteca universitaria.
“Qual è il tuo stile di ricerca?” è stato lanciato ufficialmente il 1 giugno 2014 ed è rimasto aperto un mese, fino al 30 giugno. Poco dopo, il 15 luglio, sono stati estratti i vincitori.
Vediamo ora quale effetto ha avuto, in termini di partecipazione, la campagna promozionale e gli elementi più interessanti emersi finora dall’indagine.
I principali risultati dell’indagine
L’invito a compilare il questionario è stato inviato ai 2.858 studenti iscritti all’ultimo anno dei corsi di laurea specialistica, magistrale e a ciclo unico, di questi 433 studenti hanno portato a termine la compilazione. Il campione, creato per autoselezione, rappresenta quindi il 15% dei potenziali partecipanti. Tale tasso di risposta, seppur numericamente contenuto, è stato per noi un ottimo risultato ed è inoltre in linea con quelli raggiunti da altre indagini simili, per questo motivo è stato considerato accettabile al fine di trarre alcune indicazioni valide e nuovi spunti da approfondire in una fase successiva di indagine.
La struttura del campione è stata analizzata sulla base dell’afferenza per dipartimento. Sia afferenza sia anno di iscrizione di ciascuno dei rispondenti sono stati verificati prima dell’estrazione dei premi così da garantire l’effettiva corrispondenza al target dell’iniziativa. Entrambi i dati sono quindi da considerare veritieri.
Il tasso di risposta a livello di singolo dipartimento mostra valori molto diversi: agli estremi ci sono i dipartimenti di Educazione e scienze umane con una percentuale del 28,1% e di Giurisprudenza dove il numero di risposte è stato molto basso (5,2%).
L’analisi che segue è una rassegna dei principali risultati emersi dalla prima parte del sondaggio, corredati da osservazioni e ipotesi che intendiamo verificare nella successiva fase qualitativa dell’indagine. I risultati sono presentati in forma aggregata, indicando le percentuali a livello di ateneo. In alcuni casi ritenuti più significativi sono indicate le percentuali a livello di area disciplinare, considerando cioè le risposte fornite dai partecipanti afferenti a ciascun dipartimento.
Sono state prese in considerazione:
- la somma delle risposte “sempre” e “spesso” rispetto alla totalità delle risposte date per determinare la frequenza d’uso di materiali, strumenti, criteri di valutazione e fasi della ricerca bibliografica (nell’ordine domande 1-2, 4-6, 8);
- il totale delle risposte “molto difficile” per valutare quali difficoltà ricorrono maggiormente nella stesura di una tesi/tesina (domanda 7).
Qui di seguito le risposte e le opinioni manifestate dagli intervistati sulle principali questioni.
Tab. 1: Tasso di risposta per dipartimento
Afferenza |
Popolazione |
Campione |
Tasso di risposta |
Educazione e Scienze umane |
64 |
18 |
28,13% |
Scienze fisiche, informatiche e matematiche |
34 |
9 |
26,47% |
Scienze e metodi dell’Ingegneria (RE) |
103 |
23 |
22,33% |
Scienze chimiche e geologiche |
32 |
7 |
21,88% |
Comunicazione ed Economia (RE) |
351 |
75 |
21,37% |
Studi linguistici e culturali |
238 |
47 |
19,75% |
Economia “Marco Biagi” (MO) |
406 |
67 |
16,50% |
Ingegneria “Enzo Ferrari” (MO) |
467 |
74 |
15,85% |
Scienze della Vita |
476 |
59 |
12,39% |
Area della salute |
269 |
32 |
11,90% |
Giurisprudenza |
418 |
22 |
5,26% |
Unimore |
2858 |
433 |
15,15% |
Appunti e dispense sono le risorse più usate
Scopo della domanda era indagare quali risorse utilizzano gli studenti e le tipologie indicate includevano sia materiale tradizionale come appunti, dispense, libri e riviste, sia materiale recuperato liberamente online e documentazione fornita da aziende o enti nel corso del tirocinio. La voce “materiale liberamente accessibile online” è stata pensata per includere tutti i documenti recuperabili online che non rientrano in una delle precedenti tipologie, escludendo ad esempio gli articoli scientifici scaricabili da Internet. Rimane il dubbio, che solo una successiva fase di approfondimento può chiarire, se gli studenti riescano a individuare con chiarezza a quale tipologia documentaria appartiene ciò che scaricano dalla rete e soprattutto se si tratta di materiale effettivamente disponibile liberamente online e non invece di pubblicazioni accessibili soltanto perché si è all’interno della rete di ateneo.
Nelle risposte gli studenti Unimore dichiarano di utilizzare soprattutto appunti delle lezioni, dispense e materiale liberamente accessibile online. I primi due dati sembrano dimostrare come sia fondamentale frequentare le lezioni e comunque seguire l’impostazione scelta dai docenti anche attraverso il materiale da loro fornito appositamente. Per quanto riguarda il materiale liberamente accessibile online è possibile che anche in questo caso si tratti comunque di dispense o di altra documentazione di supporto a corsi universitari scaricabile da Internet.
I libri presi in prestito in biblioteca sono utilizzati da poco meno del 50% dei rispondenti, mentre solo il 46% dichiara di usare sempre o spesso i libri propri o presi in prestito da amici. Se interpretiamo questo dato sommando le due percentuali, è possibile dedurre che gli studenti continuino a considerare i libri come una risorsa fondamentale per lo studio e ricorrano al prestito in biblioteca o da amici piuttosto che all’acquisto a seconda dei casi. Analizzando il dato a livello di dipartimento, come è prevedibile, l’indicazione che si deduce è che sono soprattutto le aree umanistiche e delle scienze sociali a utilizzare libri in misura superiore alla media: per Educazione e Scienze umane il ricorso al prestito in biblioteca arriva al 88,8% mentre per Studi linguistici e culturali al 78,2%. Nei dipartimenti scientifici, al contrario, le percentuali d’uso dei libri sono più contenute, unica eccezione è costituita dagli studenti dell’area della salute, dove il ricorso a libri acquistati o di amici è indicato dal 71,8% dei partecipanti.
Il dato sull’utilizzo di riviste a stampa o elettroniche è invece piuttosto basso a livello generale e riemerge il dubbio che gli studenti non identifichino con precisione questa tipologia di pubblicazione, soprattutto se in formato elettronico. Se però si considerano le risposte date da chi è già alla ricerca del materiale per la tesi, la percentuale d’uso arriva al 51% contro il 30% di chi non ha ancora iniziato. È ipotizzabile allora che questa tipologia documentaria particolarmente specialistica sia utilizzata soprattutto per ricerche molto mirate, come appunto quelle necessarie per la redazione di tesi, occupando al contrario un ruolo molto marginale nella preparazione dei singoli esami.
Un’ultima osservazione riguarda il dato, riteniamo non basso, sulla documentazione fornita da enti o aziende in cui viene svolto il tirocinio. La percentuale cambia a seconda delle aree disciplinari, gli afferenti ad aree scientifiche, tecnologiche e biomediche dichiarano di usarla in generale di più, soprattutto se sono già in fase di ricerca di materiale per la tesi. Evidentemente la documentazione fornita al di fuori dei canali tradizionali, la cosiddetta letteratura grigia, attinente ad ambiti di ricerca più ristretti e altamente specialistici, anche per il livello di aggiornamento, corrisponde maggiormente alle esigenze di approfondimento degli studenti in tesi.
I motori di ricerca non hanno rivali
La seconda domanda intendeva individuare quali sono gli strumenti di ricerca maggiormente usati per recuperare il materiale per motivi di studio.
Comprensibilmente primeggiano i motori di ricerca, seguiti da Wikipedia.
L’uso del catalogo online della biblioteca si ferma al 52,4%, dato leggermente superiore a quello indicato per il prestito dei libri. Nelle aree scientifiche e tecnologiche tale percentuale d’uso è inferiore, in stretta analogia con il minore ricorso al prestito dei libri.
Enciclopedie e dizionari sono usati soprattutto a Giurisprudenza ed Educazione e Scienze umane e comprensibilmente nel Dipartimento di Studi linguistici e culturali (80,9%), dove per gli iscritti a corsi di laurea in lingue la percentuale supera il 90%.
Un discorso particolare merita il dato sull’utilizzo delle banche dati a livello Unimore. La media decisamente bassa accomuna tutti i dipartimenti sia tecnico-scientifici sia umanistici e delle scienze sociali.
Comprensibilmente l’uso delle banche dati è indicato in misura maggiore da chi è già in fase di ricerca del materiale per la tesi rispetto a chi non lo è, come si vede nel grafico alla pagina precedente.
Rimane tuttavia il dubbio che l’individuazione e il recupero degli articoli avvenga più attraverso i motori di ricerca all’interno della rete di ateneo che non attraverso questi strumenti dedicati. La quantità di materiale recuperato online è talmente cospicua che probabilmente gli studenti non sentono la necessità di ricorrere a sistemi di ricerca più sofisticati, il cui uso richiede una certa formazione, o forse, più semplicemente, ignorano la possibilità di effettuare ricerche più mirate e efficaci.
Gli studenti sembrano molto più attenti nel valutare una pagina web rispetto a un libro o a un articolo
Confrontando le risposte alle domande 3 e 4 l’impressione è che gli studenti valutino attentamente quanto recuperato in Internet e, al contrario, siano meno critici nel giudicare l’utilità e la pertinenza di un libro o di un articolo per i loro studi. Le opzioni sulle quali dovevano esprimersi includevano criteri in parte applicabili sia a libri/articoli sia a pagine web e quindi direttamente confrontabili tra loro, ma anche due criteri propri del mondo digitale (l’URL e l’ipertestualità).
La valutazione di un libro o di un articolo è effettuata sulla base di: data di pubblicazione, autore, l’essere citato da altre fonti, la presenza di una bibliografia e in ultima battuta l’editore.
A livello di ateneo l’autore è considerato dal 67,2% dei rispondenti, con punte per i dipartimenti di Educazione e Scienze umane e Studi linguistici e culturali.
È probabile che l’alta percentuale di utilizzo di libri da parte di questi studenti, forse anche al di là di quanto indicato dai docenti nei programmi d’esame, comporti la necessità di valutarne autonomamente la pertinenza e l’autorevolezza e l’autore è sicuramente un criterio preponderante.
Sempre gli studenti di questi due dipartimenti così come quello di Giurisprudenza sembrano anche tenere in grande considerazione il fatto che una pubblicazione sia citata da fonti autorevoli. Ciò fa dedurre che la ricerca e l’individuazione di documenti utili e pertinenti passi abitualmente attraverso la consultazione delle bibliografie. Se l’editore è sicuramente l’elemento meno utilizzato per la valutazione di libri e articoli, quello che può essere un criterio analogo per le pagine web, ovvero lo scopo del sito, è in assoluto l’aspetto che più frequentemente gli studenti Unimore sembrano considerare quando devono decidere se una pagina web può essere utile per un esame o la tesi (83,3%). Perlomeno gli iscritti all’ultimo anno sono ormai consapevoli dei problemi di autorevolezza e obiettività di quanto recuperato in rete, mentre probabilmente pubblicazioni quali libri e riviste non richiedono questa attenzione, avendo già subito una duplice selezione da parte dell’editore prima e della biblioteca poi.
L’aggiornamento della pagina è un altro elemento valutato sostanzialmente da tutti (79,4%) mentre identità dell’autore e la presenza di link pertinenti e aggiornati, così come l’inclusione di una bibliografia e le citazioni ricevute da fonti autorevoli sono considerati soprattutto da studenti di Educazione e Scienze umane e Studi linguistici e culturali, con percentuali che vanno dal 100% al 72%.
Bibliotecari (quasi) ultima spiaggia
I bibliotecari sono, purtroppo, quasi l’ultima spiaggia, quando si tratta di chiedere aiuto per valutare l’autorevolezza delle risorse per lo studio: gli studenti dichiarano di valutare i materiali in autonomia o al massimo con l’aiuto dei colleghi. Sono soprattutto gli studenti che afferiscono all’area umanistica (Dipartimento di Studi linguistici e culturali) e pedagogica (Educazione e Scienze umane) che fanno riferimento ai bibliotecari spesso o molto spesso, con una percentuale che sfiora il 30%.
Alle prese con la tesi: studenti organizzati e servizi ILL e DD piuttosto conosciuti
Nel momento in cui si accingono a redigere un testo scritto, i laureandi hanno in genere delle buone abitudini, acquisite forse già alle scuole superiori: elaborano uno schema di lavoro prima di iniziare e tengono traccia di tutto quello che trovano e leggono. Il 100% degli studenti di Giurisprudenza in particolare dichiara di non prescindere mai da questa prassi di lavoro: in generale gli studenti delle lauree umanistiche sembrano più “organizzati” o comunque sembrano avvertire la necessità sia di gestire efficacemente la documentazione recuperata sia di pianificare la scrittura, in misura maggiore rispetto ai colleghi delle lauree scientifiche e tecniche.
Nel processo di focalizzazione o contestualizzazione del quesito di ricerca, prevale la situazione in cui agli studenti viene assegnato un argomento molto generale che dopo una prima fase di ricerca bibliografica deve essere focalizzato sotto un aspetto particolare (64,9%). Leggermente meno frequente (44,8%) invece il caso di studenti alle prese con argomenti molto specifici, che devono essere contestualizzati in una cornice più ampia. Gli studenti a cui più frequentemente vengono posti argomenti molto vasti all’inizio della tesi sono delle aree umanistiche e sociali, mentre sono soprattutto gli studenti dell’area della salute a partire da argomenti molto specifici da inquadrare eventualmente in un contesto più ampio (56,3%).
Rispetto a quanto spingersi nella ricerca del materiale, un numero considerevole di studenti dichiara di limitarsi a ricercare e leggere solo libri e articoli consigliati loro dai docenti e quindi di non impostare, neanche in caso di tesi, una vera e propria ricerca bibliografica in autonomia. Forse è anche per questo che sono in pochi a dichiarare di trovarsi in difficoltà nell’individuare le parole chiave più efficaci per le ricerche bibliografiche, suggestionati presumibilmente dall’impressione di assoluta semplicità d’uso di Google come punto di partenza anche per la ricerca documentale.
Nel contesto della redazione di una tesi/tesina il ruolo del bibliotecario è stato nuovamente analizzato con riferimento ai servizi di consulenza e di recupero dei documenti. Come visto anche per la domanda 5, è piuttosto bassa la percentuale di studenti che ricorrono frequentemente ai bibliotecari per un aiuto nell’impostare la strategia di ricerca, dimostrando quindi o di non conoscere i servizi di consulenza specialistica delle biblioteche, o semplicemente di non averne bisogno. Al contrario emerge una buona conoscenza e utilizzo dei servizi di recupero documenti: prestito interbibliotecario (ILL) e document delivery (DD), ormai consolidati e apprezzati da tutti gli utenti.
Il rischio di plagio spaventa tutti, ma anche scrivere e argomentare non è facile
La difficoltà maggiore per tutti è rappresentata dal timore del plagio, ma forse questo dato nasconde più che altro una scarsa consapevolezza di cosa sia il plagio, dal momento che il modo migliore per evitarlo, cioè citare correttamente, sembra invece preoccupare molto meno i nostri laureandi (14,09%).
Sembra comunque che, più in generale, tutti gli aspetti della produzione del testo scritto siano percepiti come particolarmente ostici: scrivere con chiarezza e argomentare efficacemente (28,64%), integrare nel testo il contenuto di libri e articoli diversi (24,25%), scrivere l’abstract della tesi (18,48%).
Analizzando a livello di dipartimento le fasi che gli studenti indicano come molto difficili e che riteniamo essere le più significative per lo sviluppo dei servizi di consulenza e dei corsi di information literacy, emergono alcune peculiarità. Sono soprattutto gli studenti di Giurisprudenza, perlomeno quelli che hanno risposto al sondaggio, a dichiararsi molto in difficoltà in varie fasi del processo: scrivere in modo chiaro e argomentare efficacemente (54,55%), capire se l’uso che fanno di una fonte costituisce plagio (40,91%), pianificare le fasi del lavoro (36,36%), trovare articoli rilevanti nelle banche dati Unimore (36,36%) e trovare libri pertinenti nel catalogo della biblioteca (27,27%). Gli studenti di Educazione e Scienze umane fanno soprattutto fatica a mettere a fuoco l’argomento della tesi (38,89%). Gli studenti di Scienze della vita sono in difficoltà sia nell’e- vitare il plagio sia nello stabilire se un sito web è affidabile (35,59%). I rispondenti dell’area della salute trovano molto difficili attività come integrare le varie fonti evitando il plagio e argomentare le loro affermazioni, ma anche citare una fonte nella forma corretta, la percentuale di quest’ultimo dato è nettamente maggiore rispetto alla media dell’ateneo (34,38% contro il 14% Unimore). Abbiamo provato a leggere i dati sulle difficoltà dichiarate dagli studenti confrontando le risposte di coloro che sono già alla ricerca di materiale per la tesi e hanno frequentato un corso sulla ricerca bibliografica con chi non l’ha frequentato.
L’incrocio dei dati sembra indicare che chi ha frequentato un corso incontra meno difficoltà nello svolgere alcune attività, come la ricerca nelle banche dati, la valutazione dell’affidabilità di un sito web e la corretta identificazione del rischio di plagio.
App e strumenti web 2.0? Poco usati per lo studio
Sorprendentemente l’utilizzo di app e strumenti del web 2.0 (blog, social network, app per smartphone, Skype) per motivi di studio, ma anche di programmi per la formattazione delle bibliografie, non è così marcato come ci si potrebbe aspettare da studenti nati in gran parte intorno al 1990. Unica eccezione sono i programmi per la condivisione dei documenti come Google Docs, Dropbox ecc. usati da quasi il 60% dei rispondenti, soprattutto afferenti ad aree scientifiche: medicina, ingegneria, chimica e matematica.
Conclusioni
L’analisi dei dati ha fornito indicazioni molto precise su risorse, strumenti e comportamenti maggiormente ricorrenti nel processo di ricerca e di uso delle informazioni da parte degli studenti. Alla luce di questi risultati sono apparse evidenti alcune esigenze di miglioramento: aumentare la visibilità e la fruibilità dei servizi di reference specialistico, diversificare l’offerta di corsi sulla ricerca bibliografica, anche implementando moduli in modalità FAD (formazione a distanza) sulla stessa piattaforma Dolly, rendere ricercabile il posseduto delle biblioteche attraverso i motori di ricerca, pensare a un’interfaccia di accesso alle risorse elettroniche più amichevole e comprensibile.
Allo stesso tempo è nata anche l’esigenza di verificare alcune risposte e di indagare sul perché di alcuni comportamenti. Perché i libri delle biblioteche sono usati in modo tutto sommato limitato? Non sono acquistati volumi aggiornati, non sono ammessi al prestito, sono spesso fuori posto? Forse non vengono individuati in fase di ricerca a catalogo? L’interfaccia del catalogo agevola una ricerca efficace? L’indicizzazione semantica dei documenti catalogati consente effettivamente di individuare le pubblicazioni più pertinenti? Perché banche dati e riviste sono utilizzate meno di quanto si pensi? Come pubblicizzarne le potenzialità? Il basso utilizzo dei servizi di reference e la scarsa fiducia nelle competenze dei bibliotecari derivano dalla poca valorizzazione della professionalità di chi è al front office o dalla insufficiente promozione dell’immagine della biblioteca e della molteplicità dei suoi servizi? Nel processo di elaborazione di una tesi le criticità dichiarate dagli studenti possono in qualche modo essere affrontate approfondendo alcuni aspetti dei corsi di information literacy? Queste sono alcune delle domande che ci siamo posti e in parte stiamo rivolgendo agli studenti nella seconda fase del progetto, che prevede una serie di interviste semi-strutturate a laureandi/laureati afferenti ai diversi dipartimenti. Gli intervistati ci stanno conducendo nel loro percorso di ricerca, indicandoci le motivazioni che li guidano e le difficoltà che incontrano e dandoci la loro opinione su cosa la loro biblioteca di riferimento potrebbe fare per facilitare il percorso formativo, confermando e chiarendo spesso alcuni risultati del sondaggio.
Crediamo che rilevare i bisogni espressi e indagare tra quelli che emergono dai loro racconti consentirà di definire una sorta di road map per permettere alle nostre biblioteche universitarie di tenere il passo con le strategie di ricerca dell’informazione adottate dalle nuove generazioni di studenti, senza però rinunciare al loro ruolo istituzionale, ovvero fornire risorse autorevoli e strumenti di ricerca efficaci per la didattica e la ricerca universitaria.
Prospetto 1: LE DOMANDE DEL QUESTIONARIO |
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QUAL È IL TUO STILE DI RICERCA? |
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PRIMA PARTE |
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1. Per motivi di studio (esami, tesi, tesine) quanto spesso usi i seguenti materiali? Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai |
Dispense del docente Appunti delle lezioni Libri presi in prestito in biblioteca Libri tuoi o di amici Riviste scientifiche a stampa o elettroniche Documentazione fornita da enti/aziende dove svolgi il tirocinio Altro materiale liberamente accessibile online |
2. Per motivi di studio (esami, tesi, tesine) quanto spesso usi i seguenti strumenti? Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai |
Catalogo online della biblioteca (BiblioMo, Sebina) Banche dati dell’Università (Scifinder, DoGi, IEEE, EconLit, UpToDate, ecc.) Dolly Enciclopedie e dizionari Wikipedia Siti web con riassunti e appunti (Docsity, Tesi online, Studenti.it) Forum tematici online Lezioni accademiche online Motori di ricerca (Google, Yahoo, ecc.) |
3. Quando trovi un libro o un articolo e devi decidere se ti può essere utile per un esame o per la tesi, prendi in considerazione i seguenti aspetti? Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai |
Chi è l’autore (un docente, un esperto del settore, ecc.) La data di pubblicazione Chi è l’editore (specializzato, generalista, accademico, ecc.) La presenza di una bibliografia Se il libro o l’articolo sono citati da altre fonti autorevoli |
4. Quando navigando in Internet trovi delle pagine web e devi decidere se ti possono essere utili per un esame o per la tesi, prendi in considerazione i seguenti aspetti? Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai |
Chi è l’autore (un ente di ricerca, un esperto, una ditta, un’associazione, ecc.) L’aggiornamento della pagina L’URL Lo scopo del sito (commerciale, accademico, divulgativo, ecc.) La presenza di link pertinenti/ funzionanti/aggiornati Se il sito è citato da altre fonti autorevoli La presenza di riferimenti bibliografici |
5. A chi chiedi aiuto per valutare i libri/articoli/ siti web che hai trovato? Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai |
Docenti/tutor Compagni di corso/amici Familiari Esperti/professionisti Bibliotecari A nessuno, faccio da solo |
6. Quando devi preparare una tesi/tesina ti capita di trovarti nelle seguenti situazioni? Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai |
Il docente mi assegna un argomento molto generale e devo mettere a fuoco un aspetto particolare Ho un argomento molto specifico e devo inquadrarlo in un contesto più generale Prima di iniziare elaboro uno schema di lavoro su come procedere Trovo delle difficoltà ad identificare le parole chiave più adatte per cercare libri e articoli Chiedo aiuto ai bibliotecari per impostare la strategia di ricerca più efficace Una volta che ho trovato i libri/articoli che il docente mi ha consigliato di leggere interrompo la ricerca e incomincio a scrivere Tengo traccia di tutto quello che trovo e che leggo Uso i servizi di prestito interbibliotecario / fornitura di articoli se la biblioteca non possiede i libri/articoli di cui ho bisogno |
7. Quando prepari una tesina/tesi quanto trovi difficili le seguenti fasi? Risposte: Molto difficile, Poco difficile, Facile, Mai capitato |
Mettere a fuoco l’argomento Pianificare le fasi del mio lavoro (ricerca, scrittura, scadenze, ecc.) Trovare libri pertinenti nel catalogo della biblioteca Trovare articoli rilevanti nelle banche dati dell’Università Stabilire se un sito web è affidabile Sintetizzare il contenuto dei testi che ho trovato Integrare il contenuto di libri e articoli diversi nel mio elaborato Scrivere in modo chiaro e argomentare le mie idee efficacemente Citare una fonte nella forma corretta Capire quando l’uso che faccio di una fonte costituisce plagio Usare LateX Scrivere l’abstract della mia tesi |
8. Usi questi strumenti per motivi di studio? Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai |
Programmi per la formattazione/gestione automatica delle citazioni bibliografiche (Zotero, EndNote, ecc.) Programmi per la condivisione di documenti (Google Docs, Dropbox, ecc.) Servizi di alerting oppure aggregatori di feed rss Sistemi per salvare e organizzare online siti web e pagine “preferiti” (Delicious, Evernote, ecc.) Videoconferenze online (Skype, Dolly, ecc.) Programmi per la gestione online di un calendario o di liste di cose da fare (Google Calendar, Evernote, ecc.) App per smartphone o tablet, purché per motivi di studio Blog e social network (es. Facebook e Twitter), purché per motivi di studio Post-it digitali o sistemi per evidenziare i testi sullo schermo di un pc/tablet/e-reader |
SECONDA PARTE: Hai un minuto? Mettiti alla prova! |
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9. Indica a cosa si riferisce questa citazione: Di Giovanni, Elena. (2008). “Translations and transrepresentations of Italy in Chinese Press” Meta 53(1), 26-43 |
Articolo di rivista Libro Capitolo di un libro Altro |
10. Fatta una ricerca in Google, in che modo vengono visualizzati i risultati della ricerca? |
In base a un algoritmo A seconda della data di uscita dell’informazione (dalla più recente) Per importanza Non so |
11. Hai letto un articolo di rivista che hai trovato gratis online e che è utile per scrivere la tua tesi. Come lo citi nella bibliografia finale della tua tesi? |
Non lo cito perché è gratis e liberamente accessibile in rete Cito, utilizzando tutti i riferimenti dell’articolo (autori, titolo articolo, titolo rivista, volume, fascicolo, ecc.) Verifico i termini di uso nel sito in cui ho trovato il documento e mi comporto secondo queste indicazioni Contatto l’autore del testo e chiedo esplicitamente a lui l’autorizzazione all’utilizzo del documento |
TERZA PARTE: Dati anagrafici. Ora alcune domande per saperne di più su di te |
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12. Anno di nascita |
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13. Sesso |
Maschio / Femmina |
14. Dove hai frequentato l’ultimo anno delle scuole superiori? |
Italia / Estero |
14A Che anno di corso frequenti? |
1° 2° 3° 4° 5° 6° Fuori corso |
15. Hai già iniziato a cercare materiale per la stesura della tesi di laurea? |
Sì / No |
16. Hai mai frequentato corsi sugli strumenti per la ricerca bibliografica (cataloghi, banche dati, ecc.)? |
Sì / No |
16A Se sì, quali? |
Corsi delle biblioteche dell’Università di Modena e Reggio Emilia Corsi di altre biblioteche Corsi organizzati da docenti/tutor Corsi frequentati alle scuole superiori |
17. A quale dipartimento sei iscritto? |
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17A A quale corso di laurea? |
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