La critical librarianship è un movimento che vuole rendere palesi le strutture di potere che all'interno delle biblioteche supportano il sistema di oppressione sociale. Questa critica viene esercitata partendo dalle posizioni teoriche che trovano nelle differenze di genere, sesso, razza, origine e nei problemi ambientali gli elementi determinati dell'oppressione sociale. Questo movimento si colloca in continuità, ma anche in rottura con una tradizione progressista del mondo delle biblioteche. La critical librarianship pone una sfida ai bibliotecari e alle biblioteche perché la critica radicale che esercita non è facilmente compatibile con l'essere inseriti in organizzazioni gerarchiche che dipendono da istituzioni pubbliche o private, le quali sono parte delle strutture di potere. Nell’articolo vengono analizzati sinteticamente alcuni ambiti del sistema delle biblioteche - sistema editoriale (pubblicazioni scientifiche), strumenti di gestione (ILS e Discovery), organizzazione (managerializzazione) - dove il dominio del capitale finanziario e le logiche neoliberiste stanno determinando l'espropriazione degli spazi di libertà e di professionalità dei bibliotecari e mettendo in pericolo la stessa libertà di creazione, distribuzione e organizzazione delle conoscenze editoriali.