N.1 2024 - Nuovi bibliotecari per biblioteche che cambiano

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Tracciare il futuro delle biblioteche. Intervista a Mikkel Christoffersen, direttore di EBLIDA

Fabio Mercanti

Sapienza Università di Roma, coordinatore di redazione di Biblioteche oggi Trends, fabio.mercanti@uniroma1.it

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Abstract

Intervista a Mikkel Christoffersen, direttore di EBLIDA

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Abbiamo il piacere di pubblicare su questo numero di Biblioteche oggi Trends una intervista a Mikkel Christoffersen, il nuovo direttore di EBLIDA. Christoffersen è succeduto a Giuseppe Vitiello dall’inizio del 2024.

EBLIDA (European Bureau of Library, Information and Documentation Associations) è una associazione indipendente che raccoglie le associazioni di biblioteche europee e altre istituzioni legate all'informazione e alla documentazione. EBLIDA è stata fondata a L'Aia (Paesi Bassi) nel 1992 ed è un network diffuso in tutta Europa. Oggi concentra la sua attività sulla legislazione europea sulle biblioteche, sull’impatto delle biblioteche sulla società e sugli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Mikkel Christoffersen ha una significativa esperienza nell'ambito del digital lending e delle strategie digitali per le biblioteche. Ha lavorato nella Danish Agency for Culture in Danimarca nell'ambito delle politiche open access e nella digitalizzazione, nonché nelle biblioteche di Copenaghen. È stato anche impegnato in NAPLE (National Authorities on Public Libraries in Europe), LIBER (Ligue des Bibliothèques Européennes de Recherche) e IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions).

Benvenuto Mikkel e grazie per l'intervista che ci hai concesso per questo numero di Biblioteche oggi Trends. Prima di tutto congratulazioni per il tuo nuovo ruolo come direttore di EBLIDA! Come prima cosa ti chiediamo di aiutarci a comprendere il panorama bibliotecario in Europa: quali sono le tendenze più rilevanti per le biblioteche e i bibliotecari?

Prima di tutto grazie per questa opportunità e per il vostro interesse. L'Italia ha un posto speciale nel mio cuore perché ho studiato latino e storia romana all'università tanti, tanti anni fa e lo scorso anno, insieme alle mie due figlie maggiori, abbiamo trascorso una vacanza meravigliosa a Napoli e dintorni.
La tua domanda può essere intesa in due modi: quali sono le tendenze più importanti nella società che hanno un impatto sulle biblioteche e quali sono le tendenze più importanti all’interno del mondo delle biblioteche. Di questo secondo ambito ci occuperemo probabilmente più tardi, quindi ora risponderò alla prima questione. A mio avviso, all’interno della nostra società, i più importanti trends che interessano le biblioteche possono essere sintetizzati con l'espressione ‘rapida digitalizzazione’. Ciò riguarda le biblioteche pubbliche in quanto le persone oggi fruiscono di cultura, intrattenimento e contenuti formativi da molte fonti diverse. Sia il libro che la lettura stessa sono oggi sotto pressione. E ciò interessa anche le biblioteche accademiche e di ricerca in quanto la ricerca, la comunicazione e l'apprendimento stanno cambiando molto velocemente.

Quale è la vision e quali sono i principali obiettivi di EBLIDA per un adeguamento e aggiornamento dei servizi bibliotecari alle sfide culturali, tecnologiche e sociali del XXI secolo?

Le biblioteche hanno una risposta a molti dei cambiamenti a cui hai fatto riferimento. Quindi, certamente, l'advocacy per le biblioteche è una parte significativa del lavoro di EBLIDA ed è più importante che mai, sia per quanto riguarda l'advocacy a livello europeo che una educazione all'advocacy a livello nazionale e locale.
EBLIDA è un hub di comunità e networking per tutte le organizzazioni bibliotecarie in Europa che si impegnano per una società sostenibile, democratica ed equa. Questa è la nostra visione. Pertanto i nostri obiettivi sono duplici.
Come prima cosa lavoriamo per conto delle biblioteche perché vengano riconosciute e finanziate a livello europeo. Il nostro obiettivo è che le biblioteche siano esplicitamente menzionate nei documenti strategici, di pianificazione e politici e che vengano fornite linee di finanziamento diretto nei programmi europei su cultura, educazione e ricerca. Inoltre intendiamo cercare uno spazio per le biblioteche in nuovi ambiti, come la salute. Ora siamo molto concentrati sul cosiddetto processo OMC (Open Method of Coordination) all'interno dell’EU Work Plan for culture 2023-2026. Questo è lo strumento dell'Unione europea per scoprire di più su tutto quello che le biblioteche già fanno e su come possono essere supportate per farlo ancora meglio.
In secondo luogo, raccogliamo buone pratiche, esperienze e idee che arrivano dalle biblioteche, le comunichiamo attraverso i nostri canali, i nostri report e E-Panema - la nostra piattaforma di matching per i progetti dei partner - e inoltre forniamo un luogo dove le biblioteche possono fare rete e condividere conoscenza.

Questo numero di Biblioteche oggi Trends è dedicato alle trasformazioni in atto nella professione bibliotecaria. Quali sono, secondo te, le trasformazioni in corso della professione bibliotecaria e del ruolo del bibliotecario nella società odierna?

I bibliotecari sono il volto umano dell’istituzione bibliotecaria e una delle professioni più affidabili della società. In questo momento, i bibliotecari sono sotto pressione per via delle nuove tecnologie dell'intelligenza artificiale che stanno diventando di uso comune. L'intelligenza artificiale può già aiutare nelle esigenze di ricerca, apprendimento e letterarie. Man mano che la biblioteca pubblica cambia per essere un po’ meno una collezione di libri e sempre più un centro democratico, informativo e comunitario, o il bibliotecario ha bisogno di acquisire molte nuove competenze, magari dimenticandone alcune vecchie, oppure la biblioteca diventa più un’idea istituzionale, una filosofia, e molte professioni funzioneranno al suo interno se accetteranno questa filosofia di biblioteca. In entrambi i casi, il bibliotecario dovrà lavorare con le nuove tecnologie per promuovere la lettura e la letteratura in qualunque forma. I bibliotecari accademici probabilmente dovranno conoscere e lavorare molto di più con i problemi relativi all'affidabilità e alla legittimità e diventare guide affidabili in questo nuovo mondo.

Alcune settimane fa ho letto un post sulla pagina LinkedIn di EBLIDA in cui c’era scritto: “Esaminiamo la domanda cruciale: come forniremo personale alle biblioteche del futuro? I programmi di formazione tradizionali faticano a tenere il passo con le richieste dinamiche della professione, portando a discussioni sull’assunzione di personale privo delle qualifiche tradizionali delle biblioteche. Tuttavia, l’impegno nei confronti dei valori della biblioteca rimane il più importante”.
Secondo me questo post comprende una importante riflessione per i bibliotecari europei e anche italiani e per l’impatto delle biblioteche sulla società. Puoi aiutarci a rispondere alla domanda proposta nel post?

Durante la nostra recente conferenza annuale abbiamo parlato molto di questo! È una questione cruciale. Come ho detto prima, secondo me ci sono due percorsi. Man mano che i compiti tradizionali del bibliotecario diventano meno importanti – ad esempio l’organizzazione della conoscenza – le biblioteche assumono meno bibliotecari classici e le scuole di biblioteconomia stanno scomparendo. Quando ho iniziato la scuola di biblioteconomia a Copenaghen, quella scuola era la più grande del suo genere al mondo. Ora non c'è più.
Le biblioteche pubbliche hanno bisogno di soggetti che accolgono gli utenti, promotori di letteratura e lettura, coordinatori di eventi, creatori di contenuti per social media, persone che sappiano fare marketing ecc. Le biblioteche accademiche hanno meno bisogno di super ricercatori e più bisogno di guide per tutti i nuovi strumenti digitali, inclusa l'intelligenza artificiale. Quindi le biblioteche stanno includendo altre professioni. Questo lascia due alternative ai bibliotecari tradizionali e alle scuole di biblioteconomia. O acquisiscono tutte le nuove competenze richieste nel nuovo contesto bibliotecario, oppure si specializzano e sono pronti per lavorare al fianco di altre professioni. Ciò che stiamo vedendo è la seconda opzione, ma penso che la professione bibliotecaria abbia bisogno di essere più legata alla sua specializzazione.

Quali competenze e quali discipline – e interdisciplinarità - sono necessarie per i bibliotecari? E, secondo te, in biblioteca è necessaria la collaborazione tra bibliotecari e ricercatori o esperti esterni con competenze specifiche?

Considerando il modo in cui la biblioteca pubblica si sta evolvendo, i bibliotecari devono sentirsi a proprio agio con un ruolo più estroverso, ad esempio nell'ambito dell’accoglienza dell’utente della biblioteca. Devono inoltre tradurre le loro competenze in un mondo sempre più digitale con utenti che sono sempre più in grado di fare da soli. ChatGPT, ad esempio, può fornire un riassunto di tutti i libri e consigliare altri libri in base ai gusti di un lettore. Quale è l'aspetto umano esclusivo che un bibliotecario può apportare a questo processo? Come può portare la promozione della letteratura e della lettura in un mondo online? Quindi è necessario tradurre le sue capacità principali estendendole sia in ambito fisico che digitale. Inoltre, è necessario lavorare con altre professioni e specializzazioni che sono entrate nelle biblioteche. Per quanto riguarda le biblioteche accademiche e di ricerca, sono già allenate a lavorare con ricercatori e specialisti, ma il loro ruolo probabilmente evolverà in quello di guida alle nuove tecnologie e al loro uso etico.

Puoi farci qualche esempio di buone pratiche ed esperienze avanzate del mondo delle biblioteche che possano rappresentare un punto di riferimento per i bibliotecari europei?

È difficile perché ci sono realtà molto diverse in Europa e anche all'interno dei singoli paesi europei. La Muntpunt Library - dove ho un ufficio quando vado a Bruxelles - è di grande ispirazione. Stanno evolvendo con cautela dall'essere una raccolta di libri a un nuovo ruolo di hub di comunità dove i giovani possono incontrarsi in uno spazio proprio; aiutano e guidano le persone nell'orientamento al servizio pubblico; hanno vari tipi di eventi ecc. Ma sono ancora, molto esplicitamente, una biblioteca!
Per quanto riguarda il digitale, devo far riferimento al servizio di prestito digitale danese, utilizzato dal 12,5% della popolazione. La Danimarca ha un indice di 1,6 prestiti per cittadino. Se fosse l’Italia significherebbero circa 94 milioni di prestiti. Questo è il risultato di un lungo processo strategico, di collaborazione e di intesa con gli editori. Ancora più importante, è stata trovata la soluzione con i giovani perché la promozione della letteratura digitale è fatta esclusivamente dai giovani per altri giovani.

Come i bibliotecari e le biblioteche possono stimolare una connessione tra la cultura europea e le culture e le comunità locali? Quali politiche europee sostengono queste relazioni e connessioni?

Le biblioteche si assicurano che la letteratura nazionale e locale abbia una possibilità in un mercato altrimenti dominato dalla lingua inglese. È difficile sopravvalutarne l’importanza!
Sono legato all'idea che l'Unione europea sia una unione di nazioni. Collaboriamo e condividiamo, ma siamo comunque unici e lo celebriamo. Le istituzioni culturali dell'Unione europea sono molto brave a sottolineare i valori europei che tutti condividiamo come democrazia, apertura, inclusione, tolleranza, libertà di espressione, pace, sostenibilità ecc. La cultura europea dal mio punto di vista riguarda questi valori e non una specifica caratteristica. Voglio ricordare che si è appena svolta la "Giornata degli autori europei" organizzata da Creative Europe con molti eventi che hanno celebrato le letterature nazionali europee.

Quale è la percezione delle biblioteche e dei bibliotecari italiani da un osservatorio internazionale come EBLIDA?

L'Italia deve affrontare importanti sfide per quanto riguarda il reperimento di fondi e disparità da regione a regione, ma è conosciuta per biblioteche bellissime e un ricco patrimonio letterario e la tradizione bibliotecaria e, cosa più importante, siete i colleghi più straordinariamente cordiali, amichevoli e dediti sul panorama europeo!

EBLIDA ha svolto un ottimo lavoro sullo sviluppo sostenibile, sull’impatto delle biblioteche sulla società, sul fundraising, sulla legislazione, sul diritto d’autore e sul prestito digitale. L'impegno in questi ambiti è confermato? In quali ambiti lavorerà EBLIDA nei prossimi anni? Quali sono le iniziative future di EBLIDA?

Con me come direttore, EBLIDA non cambierà la sua missione centrale. Ora c'è un vero entusiasmo per le biblioteche in Europa, reso possibile dal grande lavoro di lobbying svolto, tra gli altri, proprio da EBLIDA. Faremo del nostro meglio per usare questo periodo di opportunità. Stiamo anche partecipando a più progetti europei. Con tutte queste cose in corso, continueremo a impegnarci per essere una importante organizzazione associativa. Ciò significa concentrarci sulla nostra comunicazione e gli altri servizi ai nostri membri. Stiamo inoltre rafforzando la nostra collaborazione con altre associazioni bibliotecarie europee per aumentare la nostra influenza, per il bene delle biblioteche.

In che modo EBLIDA può essere un punto di riferimento per i bibliotecari di tutta Europa?

All'interno della nostra visione, questa è la parte relativa al ruolo di hub della conoscenza. Siamo già un buon posto dove trovare le ultime novità riguardo la sostenibilità, il prestito digitale, la legislazione bibliotecaria ecc. Inoltre, tramite E-Panema offriamo uno strumento di matching di progetti dei partner e un repository di progetti bibliotecari in corso. Con il nostro nuovo sito web, ci stiamo focalizzando maggiormente sulla funzione di hub della conoscenza, ma abbiamo bisogno anche che i nostri membri ci aiutino e contribuiscano, ad esempio, partecipando alla nostra conferenza annuale. A tal proposito, sono molto felice che alla nostra ultima conferenza annuale di Lisbona c'è stata una partecipazione di più di 150 delegati: un record per noi!