N.2 2024 - C'è ancora bisogno di biblioteche?

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Biblioteche e AI Literacy: alcune riflessioni sulle nuove competenze per la mediazione informativa

Daniele Ciocci

Biblioteca di Area Scientifico-Tecnologica, Università degli Studi di Roma Tor Vergata. daniele.ciocci@uniroma2.it

Maria Squarcione

Consulente esterno Osservatorio Information Literacy – AIB maria.squarcione@fondazione.uniroma1.it

Federica Viazzi

Biblioteca Biomedica AOU SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, Alessandria. federica.viazzi@ospedale.al.it

Gli autori dichiarano di essere collettivamente responsabili per tutte le parti dell’articolo.

Per tutti i siti web la data di ultima consultazione è il 11 novembre 2024.

Abstract

Il tradizionale ruolo di mediazione informativa svolto dai/dalle bibliotecari/bibliotecarie, si arricchisce oggi di nuovi contenuti che riguardano la divulgazione della conoscenza sull’uso il più possibile esperto degli strumenti basati sull'intelligenza artificiale generativa. Questa nuova tecnologia, infatti, lungi da escludere i mediatori informativi, quali sono i/le bibliotecari/e, e aggravare definitivamente le conseguenze del fenomeno della disintermediazione, che ha caratterizzato questi decenni e ha messo in crisi la professione bibliotecaria, soprattutto nelle aree STEM e Bio-Medical, può rappresentare un elemento di “riscatto” nei termini dell’evoluzione della professione verso una dimensione spiccatamente divulgativa. A nostro avviso non esiste, o quasi, categoria professionale più adatta a sanare i grandi vuoti di competenza e di conoscenza di un fenomeno così complesso, ma nello stesso tempo così pervasivo come la diffusione dei tools di intelligenza artificiale, soprattutto nell’ambito frequentato dai/lle bibliotecari/e, cioè l’informazione. Pensiamo a quanto possa essere utile “guidare” i ricercatori attraverso strumenti che permettano loro di affidare all’AI gli aspetti più compilativi della loro attività di studio e ricerca, e permettere loro di concentrarsi solo sugli aspetti speculativi e creativi, anche grazie ai suggerimenti delle macchine intelligenti. E questo facendo solo il nostro consueto lavoro di fact checking e di verifica delle fonti informative, indipendentemente dal contesto bibliotecario in cui ci si trovi a operare, oltre che dei contenuti proposti dall’AI che possono essere falsati da bias e/o allucinazioni (che comunque dipendono sempre dall’interazione con gli umani). La conoscenza dei tools - di cui ragioniamo nell’ultima parte di questo lavoro per dare concretezza ad un tema che altrimenti rischia di essere troppo astratto per le nostre comunità di riferimento - si affianca così alla tradizionale information literacy, una competenza che si pratica nelle nostre biblioteche e che trova così nuovi spunti per aggiornarsi e continuare ad essere di supporto alla crescita informativa e intellettuale dei nostri utenti, per una partecipazione sempre più consapevole ed esperta alla vita del XXI secolo.

English abstract

The traditional role of information mediation played by librarians is today enriched with new contents that concern the dissemination of knowledge on the most expert use possible of tools based on generative artificial intelligence. In fact, this new technology, far from excluding information mediators, such as librarians, and definitively worsening the consequences of the phenomenon of disintermediation, which has characterized these decades and has put the library profession in crisis, especially in the STEM and Bio-Medical areas, can represent an element of "redemption" in terms of the evolution of the profession towards a distinctly informative dimension. In our opinion, there is no, or almost no, professional category more suited to fill the great gaps in competence and knowledge of such a complex phenomenon, but at the same time so pervasive as the spread of artificial intelligence tools, especially in the area frequented by librarians, that is, information. Let's think about how useful it could be to "guide" researchers through tools that allow them to entrust the most compilative aspects of their study and research activity to AI and allow them to focus only on the speculative and creative aspects, also thanks to the suggestions of intelligent machines. And this by doing only our usual work of fact checking and verification of information sources, regardless of the library context in which we find ourselves operating, as well as the contents proposed by AI that can be distorted by bias and/or hallucinations (which in any case always depend on the interaction with humans). Knowledge of the tools - which we discuss in the last part of this work to give concreteness to a theme that otherwise risks being too abstract for our communities of reference - thus joins traditional information literacy, a skill that is practiced in our libraries and that thus finds new ideas to update itself and continue to be of support to the informational and intellectual growth of our users, for an increasingly aware and expert participation in the life of the 21st century.

DOI: 10.3302/2421-3810-202402-076-1