Favorire la lettura a scuola: l’esperienza di un liceo dell’hinterland milanese
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Abstract
L’articolo presenta l’esperienza del circolo di lettura del Liceo Scientifico Bertrand Russell del Comune di Garbagnate Milanese (MI), promosso e curato dagli stessi ragazzi. Da una semplice tappa del programma scolastico la promozione della lettura si trasforma in attività formativa con un orizzonte culturale ampio capace di entrare in rapporto con il territorio: i libri come ponte tra la scuola e il mondo.
English abstract
The paper presents the experience of the Bertrand Russell High School reading circle of the Municipality of Garbagnate Milanese (Milan), promoted and supervised by the students themselves. From a simple stage in the school curriculum, the reading promotion becomes an educational activity with a broad cultural horizon able to create a relationship with the local society: books as a bridge between the school and the world.
Può la scuola favorire la lettura, incrementarla, suscitarla? Sembra una domanda da un lato paradossale, dall’altro disarmante, ma a voler superare la distanza che separa l’istituzione scolastica, con i suoi obiettivi educativi e didattici, formativi e culturali, dai successi effettivi conseguiti sul campo, viene in soccorso una parola forse dimenticata, o dovremmo dire un luogo, un dove dell’anima e della mente: esperienza.
Può accadere infatti che in un liceo dell’hinterland milanese, in un comune della cintura metropolitana, con 600 studenti che frequentano i corsi di liceo scientifico, liceo scientifico scienze applicate, liceo delle scienze umane, sia nato attorno ai libri e all’interesse per la lettura un circolo, un gruppo che si raduna per parlare dei libri che si leggono: studenti in numero variabile – da 6 a 20 – che si radunano ogni due/tre settimane, con ragazzi e ragazze dalla prima alla quinta che liberamente aderiscono.
Quattordici anni fa il liceo era stato coinvolto in un’iniziativa della locale radio – reperto vivente e vivo di quella stagione di radio libere che in molti hanno conosciuto in tempi giovanili – che nel suo palinsesto aveva un programma di letture, Sherazade. I libri a casa tua: ogni due settimane, a turno, il mercoledì dalle 11.00 alle 12.00, due studenti tra coloro che avevano aderito all’attività leggevano alla radio in diretta un racconto o pagine di un romanzo, da loro scelto; inizialmente, per diversi anni, si trattava della sola lettura, poi col tempo anche commento e dialogo con chi conduceva il programma, con l’insegnante referente che accompagnava i più timidi, o con un ex alunno amante della parola e della sua comunicazione; inizialmente solo studenti del triennio, poi anche di seconda, anche di prima…
Un nome ambizioso, quello di circolo letterario, il nome che i cosiddetti padri fondatori – tre studenti di seconda liceo di sei anni fa, ora universitari – avevano voluto dare al desiderio di potersi ritrovare a parlare di libri senza vincoli: quel desiderio aveva preso corpo a seguito di una frase che una studentessa di seconda disse al termine di una puntata del programma in radio: «Prof, come è bello poter parlare dei libri senza il pensiero del voto…».
Quella frase, pronunciata con sincero entusiasmo ma con implicita richiesta, esprimeva di fatto una domanda, la cui eco è risuonata per giorni: non si poteva lasciare cadere né dimenticare. Ed è bastato condividere questo input tra chi quella richiesta aveva raccolto e chi da sempre, da prof., avrebbe voluto fare qualcosa per promuovere la lettura a scuola, per iniziare un’avventura che continua, sempre nuova.
Non si sceglie un libro, un genere o un autore di cui parlare: ogni appuntamento è, appunto, un’esperienza in atto, in cui la lettura, la dimensione di lettore, la scoperta e la conoscenza che ne nascono vengono condivise tra pari, senza filtro.
È possibile. È accaduto. Può accadere.
La scuola può non abdicare alla sua funzione, c’è spazio per far nascere interesse e curiosità per la lettura, ma occorre riflettere su alcuni aspetti.
Centrale è il medium tra i libri e i ragazzi, qualcuno che sia credibile, ovviamente, ma bisogna sgomberare il campo dal primo equivoco possibile: per questi ragazzi non c’è pregiudizio, è credibile TikTok dove possono scoprire molte recensioni positive sul mito di Circe o su Achille così come è credibile la mamma che ha letto un libro e lo propone, il compagno o l’amico al pari del professore che in classe o al circolo ha parlato di un certo libro ecc.
La seconda considerazione, conseguente, riguarda – trattandosi appunto di scuola – il ruolo del docente, il suo compito: il docente deve, come è prassi consolidata, assegnare libri di leggere, secondo un percorso di generi, contenuti, epoche, seguendo il proprio gusto e il proprio canone, secondo la sua programmazione ponderata, ma al contempo, e soprattutto, deve essere duttile, essere in ascolto, essere desto a raccogliere e favorire ciò che emerge come scoperta, desiderio, aspettativa, dalla comunicazione di ciò che accade nell’esperienza del lettore-studente.
Se durante una lezione sull’Odissea un ragazzo racconta della propria lettura di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, se ne parla con entusiasmo e partecipazione, starà al docente trasformare quell’esperienza in occasione per tutti, trasversale: approfondimento degli elementi di un mito, la persistenza dei tratti di un genere, il passaggio dall’epica dei poemi alla narrativa delle saghe, alla divulgazione, tra pari ma con il ruolo centrale, decisivo del docente.
Nasce così nei fatti, può nascere, tra i banchi di scuola, quello cui tutti tendiamo, l’avventura della conoscenza come fatto vivo, che mette in moto la creatività: e così può accadere che in una classe seconda, a settembre, in una delle lezioni dedicate alla ripresa delle letture assegnate per il periodo estivo, uno studente parlando di 1984 di George Orwell riferisca della sua curiosità per la copertina della prima edizione del celebre romanzo, curiosità che nasceva da un interesse non casuale, radicato e personale per la pubblicità… Quello spunto, quella scoperta da parte del docente di un tratto di un suo studente, ha trasformato un’esperienza singola in una risorsa per tutti: ne è nata una attività sulla pubblicità, con lo studente a organizzare per la classe le sue conoscenze – frutto di letture altre, approfondite, precedenti – e la classe a raccogliere con il docente nuovi input creativi: il risultato è stato un modulo Italiano/Educazione civica sulla comunicazione pubblicitaria attorno al tema della sostenibilità.
Al docente, dunque, il compito di dare centralità al ruolo dello studente, alla sua esperienza, di offrire l’innesco a quella miccia che è il desiderio di vita e quindi di conoscenza che talvolta si lascia vedere, si intravvede un po' confuso ma, vorremmo dire, che dovrebbe essere compito precipuo dell’educatore fare emergere…
Una terza riflessione pone al centro il libro in quanto tale, una riflessione che si è arricchita nel nostro presente, quello della lettura al tempo della pandemia: i libri possono fare compagnia, l’hanno fatta, proprio come hanno raccontato alcuni studenti del circolo letterario, con la scelta di una ragazza di rileggere Emily Dickinson per ‘uscire’ con la mente dagli spazi di un piccolo appartamento divenuto angusto, o di un’altra studentessa che, costretta come tutti a stare in casa, ha voluto rileggere Il deserto dei Tartari per fare esperienza della sua fortezza Bastiani attraverso le parole di Buzzati. E proprio durante la pandemia, durante il primo lockdown, il circolo non solo non ha smesso di incontrarsi, ma i ragazzi hanno chiesto una cadenza fissa quindicinale, con un incremento di partecipanti, un appuntamento atteso.
Infine, la promozione della lettura a scuola come forma di investimento didattico permanente, con due esempi concreti.
Dall’esperienza del circolo è nata negli anni l’idea di realizzare un’attività strutturata nell’ambito delle iniziative di accoglienza per le classi prime, “Un libro un lettore”: uno studente del circolo – ma anche, per una sorta di contagio virtuoso all’interno dell’istituto, semplicemente un lettore appassionato scoperto da un docente nelle sue classi – è ospite in una classe prima per presentare un libro da lui scelto e concordato con il docente di lettere ospitante. Attraverso il libro lo studente parla di sé, interagisce partendo della sua esperienza di studente appena più grande a dei compagni che iniziano il nuovo percorso della scuola superiore: la forza di una comunicazione peer to peer, soprattutto in un momento così prezioso come è l’inizio, conferisce a quel punto del programma e della mission di un insegnamento letterario che è la promozione della lettura una persuasività e incisività decisamente maggiori, oltre alla possibilità che si offre ad alcuni studenti di essere protagonisti attivi a partire dalle proprie passioni, coltivate, valorizzate e messe a profitto di tutti nella scuola.
Una risorsa che diventa così beneficio. Per tutti.
Un’altra esperienza rappresenta un’ulteriore espansione delle attività a libera adesione che hanno il loro fulcro nei libri e nella lettura all’interno del medesimo liceo: forti dell’attività del circolo ormai collaudata, nonché dell’iniziativa delle letture in radio, un docente ha pensato di proporre la ‘lezione in radio’ e non una lezione a caso, ma quella dedicata alla ripresa delle letture estive.
Gli studenti della classe sono stati divisi in due gruppi e in due settimane consecutive la trasmissione Sherazade. I libri a casa tua è diventata la lezione in diretta di un’ora, in cui dieci studenti parlavano dei libri letti: il docente guidava la conversazione interpellando i ragazzi, rilanciando spunti, ponendo domande. Pochissimo era stato preparato in classe, solo un primo report sui libri letti, sui generi, sulle scelte fatte all’interno di alcune rose proposte… Per gli studenti è stata un’esperienza forte, di grande protagonismo, in cui mettersi in gioco, superare timidezze, confrontarsi con una modalità comunicativa del tutto nuova, la radio, divenendo da studenti comunicatori, divulgatori delle storie che avevano letto.
Una semplice tappa del programma scolastico che diventa attività formativa, in un orizzonte culturale ampio capace di entrare in rapporto con il territorio.
I libri come ponte tra la scuola e il mondo, in un orizzonte senza confini.