Recensire libri per gli utenti: il caso della Biblioteca civica Bonetta di Pavia
Biblioteca civica “Carlo Bonetta”, Pavia; francesco.serafini@comune.pv.it
Per tutti i siti web l’ultima consultazione è stata effettuata il 6 maggio 2020.
Abstract
La Biblioteca civica “Carlo Bonetta” di Pavia ha attivato sul proprio sito web una rubrica di recensioni di libri curata da una redazione di collaboratori volontari qualificati. La scelta dei titoli è orientata solo da criteri di qualità delle opere presentate, privilegiando in particolare opere che presentassero un rilevante valore letterario e/o culturale ma non fossero adeguatamente riconosciute dal mercato editoriale. Questa linea redazionale ha contributo al successo dell’iniziativa e all’apprezzamento dell’utenza, dando l’opportunità di attivare una collaborazione e una condivisione con altre biblioteche e sistemi bibliotecari nazionali.
English abstract
The Pavia public library “Carlo Bonetta” launched on its website a book review section with an editorial staff of qualified volunteers. Titles are selected according to quality criteria, with particular attention to works that have a significant literary or cultural value but are not adequately recognized by the editorial market. This editorial line has contributed to the success of the initiative within library users, giving also the opportunity to activate some collaborations with other Italian libraries and library systems.
Interpretare il ruolo di mediazione culturale non solo con i tradizionali servizi bibliotecari ma anche offrendo agli utenti recensioni di libri con il coinvolgimento di collaboratori qualificati: è questa la felice intuizione della Biblioteca civica “Carlo Bonetta” di Pavia che, da qualche anno, ha avviato sul proprio sito web una rubrica di recensioni e approfondimenti letterari che ha coagulato intorno a sé interesse e gradimento dell’utenza.
Tutto è partito da Walter Minella, insegnante di storia e filosofia in pensione con significative esperienze di produzione saggistica e di organizzazione di convegni su temi filosofici, che ha messo volontariamente e gratuitamente a disposizione della biblioteca non solo le sue competenze bibliografiche e culturali ma anche una rete di suoi contatti con collaboratori qualificati. Il gruppo di lavoro, da lui coordinato e supervisionato dalla direzione della biblioteca civica, ha offerto in meno di quattro anni quasi sessanta contributi, tra recensioni bibliografiche, pubblicazioni di brevi testi e rubriche speciali, come le “Proposte musicali” del maestro Antonio Tarallo e la recentissima video-rubrica “Un libro in 5 minuti”, pubblicata anche sul canale YouTube della biblioteca.
La scelta – fra le novità librarie acquisite ogni mese dal sistema bibliotecario comunale di Pavia – di quelle da segnalare in rete perché ritenute di particolare spessore culturale, non è condizionata da notorietà degli autori o prestigio e influenza degli editori, ma è orientata solo da criteri di qualità delle opere presentate. Sono state privilegiate in particolare opere che, a giudizio dei recensori, presentassero un rilevante valore letterario e/o culturale ma non fossero adeguatamente riconosciute dal mercato editoriale. Per esempio, sono state segnalate più volte opere di Laura Pariani, un’importante scrittrice italiana contemporanea che, pur godendo di ampio riconoscimento in sede critica, non è ancora sufficientemente conosciuta dal grande pubblico. Con la scrittrice sono state filmate due conversazioni, una presso la Biblioteca civica “Bonetta” di Pavia e l’altra presso la Biblioteca universitaria di Pavia, che riteniamo possano essere utili per gli studiosi della sua opera. Un altro caso di questo genere è rappresentato dal poema eroicomico di Stefano Tonietto, Olimpio da Vetrego, che, anche a causa di sfortunate vicende editoriali, non ha avuto finora un giusto apprezzamento. Ma siamo convinti che le cose cambieranno, soprattutto quando quest’opera sarà finalmente resa disponibile da una grande casa editrice. Un altro esempio ancora è costituito dai romanzi della scrittrice russa Ludmila Ulitskaja, a cui Walter Minella ha dedicato due successive recensioni. Riteniamo che l’opera di questa scrittrice si inserisca a buon diritto nel solco della grande tradizione letteraria russa. Il valore dei suoi romanzi e racconti, tanto sul piano letterario quanto su quello della documentazione storica, è largamente riconosciuto in diversi paesi europei ma in Italia non ha ancora trovato pieno apprezzamento.
In secondo luogo, sono state privilegiate opere che affrontassero, in senso lato, questioni di senso, di spiritualità, di apertura alle grandi tradizioni culturali mondiali: in questo periodo di disorientamento, ai recensori è sembrato utile segnalare testi che, senza abbandonare la grande tradizione scientifica e culturale dell’Occidente, si tenessero tuttavia lontani dal discorso, che è diventato una sorta di senso comune, dell’isolamento, della vacuità, della superficialità, del “narcisismo” come stile maggioritario, per riprendere la definizione di Christopher Lasch. Ci pare che la “conversione ecologica”, resa necessaria dalle tragiche vicende di questi mesi, richieda anche una nuova capacità di meditazione, di accostamento riverente ai grandi capolavori dello spirito umano, di silenzio come apertura insieme al se stesso profondo e agli altri: una via che è propria di tutte le grandi tradizioni culturali e religiose e che va riproposta nella sua eterna attualità.
Infine sono stati presentati anche libri molto diversi, come Le solite sospette di John Niven, un romanzo che presenta in modo profondamente empatico, unito a uno straordinario senso dell’umorismo, la vita quotidiana di gente comune nel Regno unito della fine Novecento; oppure il libro giustamente celebre di Antonio Scurati, M: il figlio del secolo, un testo fondamentale per capire alcune vicende decisive dell’Italia passata e presente.
Si potrebbe continuare, ma non vogliamo abusare della pazienza del lettore e dello spazio concesso dalla rivista. In sintesi, ci pare giusto ricordare che nessuna recensione è stata puramente casuale, perché tutte hanno corrisposto a sollecitazioni che ritenevamo significative.
Nella stesura delle recensioni, un solo criterio è stato posto come vincolante: l’amichevolezza verso il lettore, ossia la scelta di un lessico il più possibile semplice e chiaro, anche nel presentare libri che avessero uno spessore teorico, per i quali sarebbe stato naturale ricorrere a qualche termine tecnico. Si è raccomandato dunque ai collaboratori di astenersi, in linea di massima, dall’uso di termini specialistici o da giri di frase (per esempio, citazioni non tradotte) che, mentre sarebbero stati del tutto ovvi in una pubblicazione “per addetti ai lavori”, non sono appropriati in una presentazione che si vuole rivolgere a lettori curiosi, interessati ma non specialisti.
Questa originale linea redazionale ha contributo al successo dell’iniziativa e all’apprezzamento dell’utenza, al punto che si sta attivando un dialogo con altre biblioteche e sistemi bibliotecari italiani per avviare una collaborazione di condivisione delle recensioni. A ulteriore riprova di ciò, vogliamo ricordare che alcune recensioni comparse sul sito della biblioteca sono state ripubblicate da riviste a carattere nazionale («Adista» di Roma, «Riforma» di Torino, «Il foglio» di Torino) e diversi autori, a cui è stata inviata copia delle recensioni di loro libri, hanno ringraziato manifestando il loro apprezzamento.
L’iniziativa, nel suo complesso, ben si inserisce nel ruolo culturale cittadino e nella storia dell’istituzione della Biblioteca civica “Carlo Bonetta” di Pavia, nata come frutto ottocentesco del collezionismo privato cittadino: istituita per legato testamentario di Carlo Bonetta, morto nel 1870, venne aperta per la prima volta al pubblico nel 1887 in quella che è tuttora la sua sede, cioè lo Stabilimento di belle arti Malaspina, in coabitazione con l’Archivio storico civico.
Dalla morte del suo fondatore, che aveva voluto col testamento legare alla città di Pavia la sua libreria e le sue raccolte numismatiche e artistiche, fino alla metà del Novecento la Biblioteca “Carlo Bonetta” fu una biblioteca di arte e storia nell’ambito del Museo civico di storia patria.
Dal 1951 si aprì gradualmente anche a servizi bibliotecari generali di pubblica lettura e, dal 1977, trasportata l’intera raccolta museale al Castello Visconteo, occupò l’intero palazzo Malaspina.
Dopo ulteriori lavori di ristrutturazione, aprì al pubblico il 22 maggio 1981 svolgendo la funzione attuale di biblioteca di pubblica lettura di medie dimensioni.
La biblioteca ha un patrimonio di oltre 125.000 volumi e ospita pregiati fondi storici. Tra questi, una collezione di 67 incunaboli (alcuni dei quali di estrema rarità come Il monte Santo di Dio di Antonio Bettini stampato a Firenze nel 1477, la Cosmographia di Tolomeo, stampata a Bologna nel 1477 e rilegata con una lussuosa legatura settecentesca recante lo stemma della famiglia Morosini), oltre un migliaio di cinquecentine, un cospicuo fondo manoscritti (369 unità, di 173 nella sezione bibliografica e 196 in quella archivistica), e diversi fondi di pregio del XIX e XX secolo.