Bibliotecari uniti contro la pandemia: nuovi modelli di cooperazione interbibliotecaria e di accesso alla conoscenza
Biblioteca di Scienze, Università degli studi dell’Insubria, Como; giovanna.colombo@uninsubria.it
Biblioteca del Polo centrale e Centro di documentazione europea, Università degli studi di Messina; lmaimone@unime.it
Biblioteca del Centro ricerche Casaccia, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), Roma; giulio.marconi@enea.it
Per tutti i siti web l’ultima consultazione è stata effettuata il 23 ottobre 2020.
Un ringraziamento sentito a tutti i colleghi del Comitato biblioteche Nilde, a Silvana Mangiaracina e allo staff del Gestore Nilde per i suggerimenti e il confronto costante sul lavoro e sui risultati.
Abstract
L’emergenza Covid-19 ha rappresentato e tuttora rappresenta per le biblioteche e i bibliotecari una sfida che oltre alle criticità (incompletezza dei cataloghi e delle digitalizzazioni, limitazioni di accesso alle collezioni fisiche e difficoltà di consegna agli utenti) ha evidenziato anche opportunità di soluzioni e la sperimentazione di nuovi modelli di lavoro (implementazione servizi da remoto, webinar). L’articolo offre una panoramica dei diversi fronti sui quali il Comitato biblioteche Nilde, attraverso i suoi gruppi di lavoro, si è impegnato per affrontare e risolvere le criticità emerse.
English abstract
Covid-19 emergency has represented and still represents a challenge for libraries and librarians, which has highlighted not only critical issues (not updated catalogs and uncompleted digitizations, limited access to physical collections and difficult delivery to users) but also opportunities and solutions and the possibility to test innovative working models (remote services implementation, webinars). The article gives an overview of the different fronts on which the Nilde Libraries Committee has worked through its working groups to address and resolve the critical issues that have emerged.
Introduzione
L’esperienza non ancora conclusa della pandemia Covid-19 è la testimonianza della messa in atto di una sorta di evoluzione darwiniana delle biblioteche, che hanno adottato soluzioni di sopravvivenza modulando tecnologia, distanziamento sociale e interconnessione, sfruttando tutti i vantaggi e le potenzialità dei servizi digitali e del lavoro da remoto.
Infatti la sfida dell’emergenza non ha solo evidenziato le limitazioni imposte dal lockdown (inaccessibilità delle collezioni fisiche, problema di consegna dei documenti agli utenti) e le molte criticità (scarsa digitalizzazione dei patrimoni cartacei, incompletezza dei cataloghi delle risorse elettroniche), ma ha consentito la presa di coscienza dell’eccezionale potenziale documentario della “scienza liberata”, anche se temporaneamente, dagli editori e delle innumerevoli opportunità (accesso in solidarietà digitale a documentazione medico-sanitaria e a sistemi per apprendimento e didattica a distanza, estensione titoli accessibili nelle collezioni di e-journal ed e-book, incremento acquisto libri elettronici e utilizzo piattaforme di e-lending).
Le numerose esperienze innovative attivate singolarmente, grazie al continuo scambio e alle connessioni anche internazionali dei bibliotecari, sono servite da modello e, adattate alle condizioni specifiche di istituzioni e biblioteche diverse, sono diventate patrimonio condiviso di buone pratiche: non solo una vasta gamma di procedure è stata attivata ai fini della riapertura dopo attenta valutazione del rischio e nel rispetto delle norme di distanziamento (percorsi a senso unico, ingressi con conteggio utenti e su prenotazione, sanificazione straordinaria, impiego di sterilizzatori a raggi UV e a ozono per ridurre i tempi di quarantena dei documenti), ma altrettanto numerose facilitazioni sono state implementate per ovviare alle limitazioni imposte agli utenti (punti prestito/restituzione centralizzati e self-service, estensione del numero e della durata dei prestiti per utente, prenotazione con app, spedizione dei documenti a utenti fuori sede).
Per risolvere le criticità emerse nella comunità bibliotecaria dello scambio di risorse documentali, lo staff di Nilde, il principale network italiano del document delivery, con attive quasi 900 biblioteche, insieme al Comitato biblioteche Nilde (CBN), ha realizzato un menu Covid-19 in Nilde world, organizzato in sezioni e costantemente aggiornato con la pubblicazione di risorse aperte.
Inoltre, per consentire il recupero di documenti ritenuti irreperibili, in quanto non rintracciabili nei cataloghi collettivi o attraverso i canali tradizionali, per il solo periodo dell’emergenza coronavirus il CBN ha esteso, in via eccezionale, l’utilizzo della mailing list Nilde-Forni all’invio di richieste di aiuto. Infatti normalmente la lista di discussione, alla quale partecipano tutte le biblioteche del network, è dedicata solo allo scambio di informazioni e proposte, allo scopo di migliorare la cooperazione nel document delivery. Dalla collaborazione dei diversi gruppi di lavoro del CBN, sono nate ulteriori azioni per supportare i servizi di document delivery da remoto.
Appello per il diritto di accesso alla conoscenza scientifica in stato di emergenza
Fra le difficoltà operative dei servizi segnalate da più parti e in particolar modo dagli enti di ricerca, è emersa l’impossibilità di inviare all’utente finale una copia del documento digitale richiesto, stante la legge sul diritto d’autore vigente in Italia e le restrizioni d’uso imposte dagli editori commerciali nelle clausole dei contratti di licenza d’uso delle risorse digitali sottoscritte dalle istituzioni italiane.
Il gruppo di lavoro ALPE del CBN Nilde si occupa da anni dell’aggiornamento dell’archivio (Archivio licenze dei periodici elettronici), allo scopo di raccogliere i contratti di licenza degli editori, per supportare i bibliotecari nella corretta identificazione e interpretazione degli usi relativi al document delivery, che quasi sempre vietano la consegna del file all’utente finale.
Riflettendo su come poter compiere quest’ultimo miglio e sulla scia delle rivendicazioni per la scienza aperta, presenti in altre petizioni promosse in concomitanza (International Coalition of Library Consortia, Icolc) o successivamente (Figura 1), il CBN Nilde si è attivato per lanciare, in collaborazione con varie istituzioni (biblioteche del CNR, di Bibliosan, di Gidif e delle università italiane) un Appello per il diritto di accesso alla conoscenza scientifica in stato di emergenza, pubblicato online il 17 marzo 2020.
L’appello, rivolto in primis all’Associazione italiana editori (AIE) e all’International Association of Scientific, Technical, and Medical Publishers (STM) e ancora aperto alla firma, al 24 settembre 2020 è stato sottoscritto da 85 diverse istituzioni italiane, in rappresentanza dei sistemi bibliotecari e delle biblioteche accademiche, di enti biomedici, sanitari e di ricerca, e da 7.830 professionisti a titolo individuale.
Le richieste presentate nell’appello, riguardanti facilitazioni per i servizi a distanza, prestito digitale, document delivery elettronico ed eccezioni temporanee alle clausole contrattuali restrittive degli editori commerciali, sono state oggetto di colloqui con l’AIE che, pur dimostrando apertura al dialogo e disponibilità ad affrontare le problematiche evidenziate, non hanno portato a una risposta comune del mondo editoriale italiano, perché in sintesi si è prospettata soltanto la possibilità di sperimentare solo con alcuni editori e limitatamente alle riviste l’invio del file all’utente finale. Da parte della STM è giunta invece solo una cortese comunicazione di ricezione e presa visione dell’appello.
Purtroppo le varie iniziative non hanno condotto a eccezioni contrattuali per la consegna di copie elettroniche nelle biblioteche pubbliche, che dovranno essere oggetto di negoziazioni mirate. Tuttavia, durante la pandemia alcune biblioteche singolarmente e senza accordi speciali hanno concesso l’accesso da remoto a tutte le risorse digitali ai propri utenti istituzionali. In ambito europeo solo le biblioteche nazionali della Lettonia e della Repubblica Ceca hanno negoziato accordi con le proprie agenzie per il diritto d’autore a favore dell’accesso esteso alle collezioni digitali, mentre dal lato dei governi, la sola Ungheria ha emendato il 16 aprile 2020 la legge sul diritto d’autore per consentire l’uso digitale di libri di testo, parti di libri e articoli di giornali e riviste e altri materiali per uso educativo all’interno di reti elettroniche istituzionali sicure.
Mappatura dei servizi delle biblioteche durante le fasi Covid-19
Per risolvere i problemi dell’individuazione di biblioteche in grado di fornire documenti da materiale cartaceo (sentito principalmente in ambito umanistico), della conoscenza di quali portali istituzionali interrogare per reperire risorse elettroniche ed e-book non registrati nei cataloghi nazionali e per accedere a informazioni aggiornate circa lo stato dei servizi, si è adattato alla realtà italiana il modello di un’iniziativa americana, predisponendo un file liberamente accessibile e modificabile online.
Il “file servizi erogati” originario è stato poi integrato con il codice ISIL della biblioteca e le condizioni più dettagliate del servizio di prestito interbibliotecario (date sospensione, modalità). Infine nell’ottica della più ampia collaborazione interbibliotecaria e per una mappatura esaustiva della situazione delle biblioteche a livello nazionale, si è ripetutamente esteso l’invito alla compilazione del file anche alle biblioteche esterne al network Nilde.
Il file è in continuo aggiornamento e dai rapporti periodici estratti si ricavano dati e spunti utili per nuove idee di lavoro (Figure 2-3).
L’iniziativa Resource sharing during Covid-19
La chiusura degli spazi fisici e le conseguenti difficoltà emerse durante la quarantena hanno portato, in risposta all’emergenza, al rafforzamento di una “solidarietà bibliotecaria” consolidatasi a livello nazionale e internazionale.
L’iniziativa Resource sharing during Covid-19 (RSCVD), il cui acronimo ha una voluta assonanza con il termine inglese received, è stata lanciata nel mese di aprile 2020 grazie al supporto dell’IFLA Document delivery and resource sharing section (DDRS).
Tutto è iniziato da un confronto tra bibliotecari italiani, facenti parte del network Nilde, e bibliotecari americani, visto che proprio l’Italia è stata tra i primi paesi ad affrontare la pandemia.
La richiesta di aiuto dei bibliotecari italiani, subito accolta, ben presto ha dato vita a un sistema di scambi internazionali basato sulla collaborazione di una nutrita schiera di volontari, che molto spesso sono riusciti a fornire la versione digitale di opere conservate in biblioteche diventate improvvisamente inaccessibili.
Il sistema è molto semplice e consente di inoltrare una richiesta compilando un modulo online accessibile dal sito di RSCVD. L’unica verifica preliminare è che la richiesta sia inoltrata effettivamente da un bibliotecario di un ente no profit, tramite mail istituzionale, e non da un utente, proprio per mantenere il requisito fondamentale dello scambio interbibliotecario.
Grazie alla integrazione con InstantILL, prima di compilare la richiesta di document delivery, è possibile verificare l’esistenza del documento ad accesso aperto; laddove questa ricerca non dia risultati, si procede con l’inserimento dei dati bibliografici, che confluiscono in un file condiviso su cui lavorano gli oltre cento volontari del progetto. Chiunque di loro, in qualunque parte del mondo e per tutto l’arco delle 24 ore, può visionare le richieste e prenderle in carico per evaderle. L’invio dei documenti avviene prevalentemente attraverso lo strumento Article exchange di OCLC.
Per dare un’idea del volume degli scambi, a cinque mesi dall’avvio dell’iniziativa, i documenti richiesti sono stati 8.127, con un tasso di evasione totale pari a circa il 54% (55,5% articoli, 50,1% parti di libro) (Figure 4-5).
Library |
# of Requests |
University of Canberra |
375 |
Jafet Library (American University of Beirut) |
345 |
Queen’s University Belfast |
331 |
McClay Library, Queen’s University Belfast |
298 |
University of East Anglia Library (UK) |
286 |
Qatar National Library |
149 |
Northumbria University Library (UK) |
144 |
Environment and Climate Change Canada, Downsview Library |
131 |
Golder(*a consortium of small academic and Public Libraries s in Australia) |
121 |
University of Kent, Canterbury |
121 |
Environment and Climate Change Canada |
117 |
Fig. 4: RSCVD borrowing, Top 10 biblioteche richiedenti
Library |
# of Requests |
Bahcesehir University Library (Turkey) |
803 |
MEF University Library (Turkey) |
514 |
University of Leeds Library |
470 |
Princeton University library |
448 |
Universidade da Coruña Library |
399 |
Qatar National Library |
212 |
Ozyegin University Library (Turkey) |
174 |
Penn State University Libraries |
119 |
Vanderbilt University Libraries (US) |
106 |
Drew University Library (US) |
101 |
Fig. 5: RSCVD lending, Top 10 biblioteche fornitrici
Se da un lato quindi è emersa nettamente l’inadeguatezza delle opere di digitalizzazione del patrimonio librario cartaceo delle nostre biblioteche, dall’altro lato la risposta positiva dei bibliotecari di tutto il mondo è stata quella di unire le forze per soddisfare le esigenze di studio e ricerca, in modo del tutto gratuito e volontario, entro i limiti imposti dalle leggi sul diritto d’autore dei propri paesi. Anche in questo caso è emersa la differenza tra le rigide clausole vigenti in Italia, come si è detto sopra a proposito dell’appello agli editori promosso da Nilde, e, per esempio, l’istituto del fair use, riconosciuto dalla legislazione americana, che consente come eccezione l’utilizzo di parti di opere per finalità di insegnamento, studio e ricerca.
Quale sarà lo sviluppo di RSCVD? Il progetto inizialmente doveva terminare il 31 agosto ma, visto il protrarsi dell’emergenza sanitaria, è andato avanti oltre quella data.
Quel che è certo è che lo spirito di collaborazione dei bibliotecari “uniti contro il Covid-19”, che hanno sfidato le differenze di fuso orario e i chilometri di distanza per il desiderio di incontrarsi virtualmente, ha segnato positivamente il mondo delle biblioteche ed è destinato a durare nel tempo.
Webinar formativi
Il Gruppo formazione del CBN Nilde organizza da diversi anni momenti di aggiornamento professionale sull’uso del software e sulle tematiche connesse al servizio di document delivery.
A marzo la doccia fredda del lockdown ha costretto a rinviare a data da destinarsi l’iniziativa formativa Nilde, organizzata dal GdL Formazione per il 10 marzo 2020 presso l’Università di Messina, avvisando via e-mail i sessanta iscritti provenienti da tutta Italia.
Di conseguenza, il GdL Formazione, riunitosi da remoto il 12 marzo ha deciso, in accordo con CBN e Gestore, di organizzare i corsi via webinar con la volontà di sfruttare appieno tutte le modalità didattiche per l’apprendimento a distanza (streaming, simulazioni, esercitazioni): un’innovazione, visto che i corsi Nilde si sono sempre svolti in presenza. In seguito alle sperimentazioni fatte all’interno del GdL Formazione, nasce il Webinar Nilde per tutti suddiviso in tre moduli di tre ore complessive su piattaforma online, messa a disposizione dal Gestore, pubblicizzato su vari canali e in risposta alla domanda di diversi enti di ulteriori corsi anche in streaming.
Il 15 maggio si è organizzato il primo webinar con 23 corsisti online del Sistema bibliotecario dell’Università di Perugia.
L’esito di questa prima sperimentazione è andato oltre ogni aspettativa e il buon risultato e l’apprezzamento ottenuti (Figura 6) hanno spinto a organizzare altri due appuntamenti: il 15 giugno per l’Università di Salerno e il 15 luglio per l’Università di Parma, con rispettivamente 29 e 22 corsisti. Un punto di forza evidenziato dai partecipanti è stato lo svolgimento dei moduli a più voci con “passaggi” e alternanza di docenti: grazie a questa tecnica l’attenzione è rimasta sempre viva. È stato apprezzato anche l’uso ridotto di slide, a favore di simulazioni del funzionamento di Nilde con esempi pratici online, che hanno fatto riflettere sulla possibilità di organizzare futuri corsi con esercitazioni in cui coinvolgere i partecipanti stessi.
Sono emerse criticità e vantaggi. Tra le criticità qualche problema tecnico e, principalmente, la mancanza della dimensione sociale e relazionale, riscontrata sia dai docenti che dai discenti, superata, in parte, dai formatori, creando momenti di interazione con i corsisti.
I vantaggi riscontrati sono stati molteplici e superiori alle criticità. La modalità webinar ha trasformato una maxi-emergenza a livello internazionale in un’opportunità per la comunità bibliotecaria, perché è più sostenibile sia per i formatori, sia per i partecipanti: ovunque ci si trovi è possibile seguire la formazione, non vi sono spostamenti e spese di viaggio (a volte non autorizzate dalla propria istituzione) che, in alcuni casi, costringono a prendere ferie e autofinanziarsi.
Infine è stato più semplice riuscire a raggiungere un numero più alto di persone da poter formare all’uso di Nilde e alle buone pratiche: si è riscontrato come dopo aver seguito il corso i partecipanti abbiano fatto un uso più attento della lista Nilde-Forni.
Organizzare corsi dedicati a una specifica istituzione ha fatto sentire le colleghe e i colleghi parte di una realtà più ampia: Nilde è stato percepito come comunità dove chiedere e ricevere aiuto e ha fatto sì che i singoli trovassero un punto di riferimento cui rivolgersi. Questo è il risultato principale che il GdL Formazione ha ottenuto e che incoraggia a proseguire con altri webinar e in collaborazione con altri enti come, ad esempio, nel caso della partecipazione al quarto modulo “La Biblioteca front-office” del corso “Il bibliotecario ecclesiastico” promosso dall’Associazione bibliotecari ecclesiatici italiani (ABEI), cui Nilde è stata invitata, in origine nato in presenza e tenutosi online il 25-26 settembre.
In seguito al Covid-19 diverse realtà bibliotecarie hanno organizzato incontri formativi online. In primis l’Associazione italiana biblioteche (AIB) che già dal 2013 ha avviato “un progetto per la formazione continua a distanza”, in secondo luogo case editrici professionali come Editrice Bibliografica, cooperative come Biblionova, agenzie formative collegate a realtà universitarie come Baicr, enti locali e consorzi. Vengono citati a titolo di esempio solo alcuni degli eventi formativi dedicati al personale bibliotecario organizzati online in Italia, senza pretesa di esaustività, per evidenziare come la comunità bibliotecaria sia in questo momento resiliente e in grado di trovare soluzioni alternative di fronte alla maxi-emergenza che stiamo vivendo.
Conclusione
Se è vero che la pandemia ha aggiunto un ulteriore carico ai problemi già esistenti nell’ecosistema bibliotecario soprattutto italiano (riduzione degli investimenti, carenza di personale, frammentazione dei sistemi), è anche vero, come ha affermato David Lankes che l’esperienza del Covid-19 ha dimostrato che in quanto bibliotecari siamo ancor più necessari di prima e indispensabili per l’uso e la padronanza degli strumenti, dei materiali e degli spazi che custodiamo.
La miglior promozione e l’ampliamento dell’offerta delle risorse elettroniche hanno aumentato in modo esponenziale l’utilizzo delle piattaforme digitali (basti citare MLOL in Italia, Divibib e Overdrive in Germania) nel periodo marzo-aprile 2020, rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente. Inoltre si è stati spettatori di un cambio di prospettiva nella gestione dei patrimoni documentari digitali, perché il lockdown ha spostato l’attenzione dalla gestione/conservazione alla fruizione/condivisione. Il dominio della tecnologia sarà una delle variabili del post Covid-19, ma la potenza del digitale, dei discovery e degli strumenti tecnologici a disposizione non deve essere sovrastimata, perché la tecnologia dovrebbe affiancarsi alla professionalità bibliotecaria e non sostituirla. Come ha evidenziato Luca Bolognini nel suo libro Follia artificiale, dovremmo guardarci dal rischio della tecnocrazia, ricordando sempre che l’intelligenza umana è superiore a qualsiasi algoritmo perché crea connessioni logiche innescate da curiosità e immaginazione.
La lezione appresa dalla sofferenza della pandemia pertanto non deve andare persa, ma deve servire a «trasformare il dolore e l’ansia in apprendimento e progresso».
Pertanto come bibliotecari e cittadini dobbiamo spingerci oltre per essere più efficaci verso i bisogni della società raggiungendo e connettendo più persone in tutti i modi e con tutti i mezzi possibili, promuovendo l’accesso alla banda larga universale e l’acquisizione di licenze per gli e-book, incentivando l’uso dei servizi di e-lending e di e-learning, semplificando l’autenticazione da remoto, integrando i repository nelle biblioteche digitali per favorire l’uso delle risorse ad accesso aperto, migliorando la comunicazione con utenti disabili e stranieri (ad esempio prestando maggior attenzione all’usabilità dei siti web istituzionali e più cura nelle traduzioni della segnaletica e delle informazioni sui servizi), sfruttando le potenzialità delle risorse educative online OER (open educational resource) e promuovendo le piattaforme MOOC (massive on line open course) per l’apprendimento continuo, gratuito, a distanza e su vasta scala, al fine di garantire l’istruzione di base senza diseguaglianza sociale, visto che non tutti possono accedere a corsi a pagamento.
Come bibliotecari e cittadini abbiamo infine anche il dovere di esercitare pressioni sui governi, attraverso le associazioni di categoria di biblioteche, archivi e musei, affinché le biblioteche in primo luogo e poi tutti gli istituti culturali, siano inclusi fra i destinatari di incentivi economici e fra gli interlocutori nelle negoziazioni e nel recepimento di novità legislative riguardanti il diritto d’autore e l’accesso aperto, data la necessità di eccezioni d’uso e di accesso aperto alla conoscenza per fini medici, didattici, di studio e ricerca.
Cooperare e dialogare integrando solidarietà, connessioni umane e risorse economiche, è l’unico modo per superare la drammatica esperienza del Covid-19 ancora in atto e far sì che, all’esaurirsi della pandemia, possa fiorire un nuovo Rinascimento.