Vol. 6 n°1 - La produzione di contenuti in biblioteca
Articoli
Giovanni Solimine
«Un istituto che vive nel presente»: qualche interrogativo (e qualche tentativo di risposta) sulla natura e sul ruolo della biblioteca
Luca Lanzillo
Scienza aperta, cittadinanza scientifica e terza missione dell’università: il ruolo delle biblioteche accademiche
Silvia Bruni, Letizia Materassi, Cinzia Martone, Emanuela Secinaro
Wikipediani, utenti remoti e “operosi” di servizi bibliotecari
Antonio Maconi, Mariasilvia Como, Mariateresa Dacquino, Federica Viazzi
Cultura è cura: la biblioteca biomedica come soggetto attivo nei percorsi di cura del XXI secolo
Livia Marcelli
Comunicare il patrimonio: riflessioni sulle potenzialità dei social media per le biblioteche di conservazione
Editoriale
Un passaggio
Questo è il primo numero che pubblichiamo dopo che l’Anvur (Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca) ha inserito la nostra testata nella lista delle riviste scientifiche e le ha attribuito il riconoscimento della Classe A, sulla base di una valutazione della composizione degli organismi della rivista, della sua diffusione nella comunità disciplinare, della provenienza degli autori degli articoli pubblicati, dell’accessibilità e del carattere scientifico di tali contributi, dell’apertura internazionale e del possesso di altri requisiti.
In questo modo la nostra testata va ad aggiungersi ad altre riviste italiane di Biblioteconomia di cui era già stata riconosciuta l’eccellenza: avere a disposizione più voci autorevoli va a vantaggio dell’intera comunità bibliotecaria nazionale.
Si tratta di un riconoscimento importante, al quale l’editore, la direzione e la redazione di «Biblioteche oggi Trends» tenevano molto e di cui siamo ovviamente molto orgogliosi: è il risultato di cinque anni di lavoro e avvertiamo la responsabilità di non deludere la fiducia che ci è stata data. I nostri lettori sono i custodi principali di questo patrimonio comune e a loro ci affidiamo, certi che non ci faranno mancare suggerimenti, stimoli e, se lo meriteremo, anche le loro critiche costruttive.
Nell’Editoriale del primo fascicolo, quando la rivista esordì nel 2015, scrivemmo che intendevamo proporci come un «momento di approfondimento e di riflessione, che vuole analizzare ciò che sta accadendo nel nostro mondo e intorno al nostro mondo, le trasformazioni in atto, le ragioni profonde di una crisi che non è solo economica e di congiuntura e che, se e quando sarà superata, non ci restituirà la situazione precedente, cui eravamo abituati». Ci riferivamo alla recessione che, come un domino, aveva investito un po’ alla volta il mondo intero dopo la bancarotta della Lehman Brothers nel settembre 2008. Oggi quelle parole assumono un significato diverso e ancora più inquietante, se si pensa agli effetti della pandemia da coronavirus, che ci ha scaraventati da un giorno all’altro in un incubo da fantascienza. Ora come allora, il metodo per comprendere e affrontare ciò che ci sta accadendo è uno soltanto: restare saldamente ancorati alla nostra realtà e, al tempo stesso, provare a immaginare come biblioteche e bibliotecari potranno marcare una presenza incisiva in un mondo diverso, in cui cambieranno i comportamenti individuali e collettivi, le forme di socialità e di apprendimento, le culture e forse perfino i valori. Per una testata che ha nel suo nome un riferimento al rapporto fra le biblioteche e l’attualità e che, con l’aggiunta della parola trends, vuole analizzare le tendenze di medio e di lungo periodo e inquadrare la funzione dei servizi bibliotecari in un contesto più ampio, questo riteniamo che possa essere il contributo da offrire ai bibliotecari e al loro bisogno di orientarsi.
Questo fascicolo era già stato progettato e in gran parte già scritto, quando il Covid-19 ha fatto irruzione nelle nostre vite, sconvolgendole. Nelle pagine che seguono troverete solo qualche accenno a questa vicenda.
Dedicheremo il prossimo numero, in uscita a dicembre, a una riflessione più approfondita su questi temi.
Ma, sia pure casualmente, ci sembra che un primo apporto in tal senso possa venire anche dagli articoli pubblicati in questo fascicolo, che presentano le biblioteche come istituti votati non solo all’accesso ai documenti, ma impegnati nei processi di costruzione e organizzazione della conoscenza. Troverete contributi sulla scienza aperta e sulla “ricerca partecipativa”, sulle relazioni tra le biblioteche e il mondo wiki, sulla biblioteca come ambiente di produzione di risorse educative e su numerose esperienze che le biblioteche italiane di diversa tipologia portano avanti nel campo della produzione di contenuti: è un segnale di vitalità che lascia ben sperare, anche se il futuro è quanto mai incerto.
Giovanni Solimine